Brian May sul Coronavirus: “Sarà sicuro riaprire i concerti a migliaia di fan?”

Brian May riflette sui grandi numeri dei grandi concerti e inveisce contro il governo inglese: "Mal preparato alla pandemia, ha risposto in ritardo"


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Le riflessioni di Brian May sul Coronavirus arrivano quasi ogni giorno. A questo giro il leggendario chitarrista dei Queen si rivolge alla redazione della rivista NME e si domanda come sarà suonare dal vivo una volta terminato il lockdown e una volta ripristinata la normalità globale.

Non una domanda semplice, la sua, bensì una proiezione di un qualcosa che ormai si percepisce in maniera differente, con tutte le preoccupazioni del caso anche da parte degli artisti. Il mondo uscirà dal lockdown radicalmente cambiato, e questo Brian May lo sa.

Sono passati pochi giorni dalle sue dichiarazioni circa l’origine del virus. La settimana scorsa, infatti, Brian May aveva riferito sempre all’NME che la malattia si era diffusa probabilmente a causa dell’abitudine dell’uomo di consumare carne per uso alimentare, un’alimentazione che, secondo il chitarrista, non sarebbe del tutto salutare.

Al suo appello si era unito Paul McCartney che aveva chiesto a gran voce di chiudere i wet markets di Wuhan e di tutta la Cina in quanto gli scienziati suppongono che il Coronavirus sia nato da un salto di specie dall’animale all’uomo.

Nella nuova intervista, NME ha chiesto a Brian May se sia giusto riunire folle di fan ai concerti una volta rientrata l’emergenza globale. Il chitarrista dei Queen ha risposto:

“Siamo stati in grado di riprogrammare i nostri concerti, ma mi chiedo se sia effettivamente appropriato utilizzare molte delle risorse del pianeta per tutto questo. Soprattutto: sarà sicuro avere migliaia di fan concentrati in un luogo e correre un rischio di qualsivoglia tipo? Spero che le cose vengano sistemate e avremo l’antidoto per questa orribile malattia e potremo tornare a una sorta di normalità e suonare dal vivo. Suonare dal vivo è ciò che ci viene meglio, ma penso che assolutamente dovremmo rivedere il modo in cui si è lavorato finora, per non dare per scontato che il coronavirus sia scomparso né che tutto sia sistemato per sempre. Probabilmente non andrà così. Probabilmente una volta usciti per strada avremo più sfide da affrontare“.

Una preoccupazione per la musica costante, quella di Brian May. Proprio all’inizio del lockdown il chitarrista dei Queen ha attivato una serie di tutorial per chitarra su Instagram per insegnare ai fan i riff e gli assoli più popolari della sua band.

I Queen, inoltre, insieme ad Adam Lambert hanno registrato una nuova versione di We Are The Champions da casa, con il testo parzialmente modificato. “We are the champions, my friends, and we’ll keep on fighting ‘til the end”, diventa una dedica in seconda persona plurale: You are the champions, my friends, and you’ll keep on fighting ‘til the end”, un augurio e un abbraccio speciali che la band rivolge a tutti coloro che stanno dando un forte contributo alla lotta contro il Coronavirus.

I pensieri di Brian May sul Coronavirus, infine, si spostano sulla politica con un’invettiva contro il governo del Regno Unito “colpevole” di aver risposto in ritardo alla pandemia: Mi vergogno, è un Paese sempre mal preparato e proprio per questo risponde in ritardo”.