Doc Nelle Tue Mani, le differenze tra la storia vera di Pierdante Piccioni e la serie con Luca Argentero

Doc Nelle Tue Mani è tratto da una storia vera, ma molto romanzata: le differenze tra la vicenda di Pierdante Piccioni e la trama della fiction


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Ha debuttato con ascolti sorprendenti lo scorso 26 marzo, complice la quarantena e la programmazione televisiva dominata dal Coronavirus: un tripudio popolare per Doc Nelle Tue Mani, che ha conquistato oltre 7 milioni di telespettatori con la prima puntata, nonostante le sue debolezze.

Nonostante l’incredibile successo popolare, non si possono non evidenziare i difetti di questa serie, dal livello della recitazione dei protagonisti alle soluzioni di regia in stile soap opera, passando per gli spunti non troppo originali della sceneggiatura, che attinge a piene mani dai più celebri titoli di genere medical, da Grey’s Anatomy a Dr. House.

Eppure la serie aveva un grande punto di forza che poteva essere sviluppato molto meglio, la storia vera da cui è tratta: si tratta della vicenda di Pierdante Piccioni, l’ex primario di medicina interna dell’ospedale di Codogno e oggi dirigente sanitario a Lodi – città oggi tristemente all’onore delle cronache per essere state il primo focolaio dell’epidemia di Coronavirus – un medico vittima di un incidente stradale che gli ha cancellato 12 anni di memoria. Un’amnesia selettiva che ha privato Piccioni di un pezzo della sua vita, ricordi mai recuperati se non attraverso i racconti dei propri cari.

Piccioni ha raccontato la sua storia nel libro Meno dodici: Perdere la memoria e riconquistarla: la mia lotta per ricostruire gli anni e la vita che ho dimenticato, da cui è tratto il soggetto della serie tv, e ha incontrato il suo alter ego sullo schermo, Luca Argentero.

Ma inevitabilmente, la storia di Piccioni è stata molto romanzata perché diventasse appetibile per una serie tv di genere medical drama, perfino stravolta, nonostante fosse già molto forte di suo. La drammatizzazione ha portato alla scrittura di un personaggio diverso da quello del medico del lodigiano a partire dal nome, ma anche ad un intreccio più complesso, sin dalle modalità dell’incidente che ha causato la perdita della memoria. Ecco alcune delle differenze più spiccate tra la storia vera di Piccioni e quella interpretata da Argentero in Doc Nelle Tue Mani.

Pierdante Piccioni diventa Andrea Fanti

Il protagonista della serie ha un nome di fantasia, Andrea Fanti, ed è visibilmente più giovane di Piccioni. Caratterialmente, però, i due si assomigliano: spigolosi, severi, persino autoritari. Il personaggio di Fanti è chiaramente ispirato a quello del Dr. House, duro coi pazienti ai limiti dell’insensibilità, ma rigoroso, autorevole e stimato. Piccioni, ospite a Porta a Porta, ha confermato di essere molto cambiato dopo l’incidente, diventando più umano e disponibile, anche a detta dei suoi colleghi: “Alcuni di loro mi hanno detto che, se avessero saputo che sarei cambiato così, mi avrebbero dato loro una botta in testa” ha ricordato sorridendo.

Il motivo dell’incidente

Nel maggio del 2013 Piccioni finisce fuori strada con la sua auto sulla tangenziale di Pavia. Dopo poche ore di coma si risveglia pensando di essere nel 2001, dodici anni prima: la sua memoria si è fermata lì. In Doc Nelle Tue Mani, invece, Fanti finisce in coma dopo un colpo di pistola alla testa, sparato dal fratello di un paziente morto in ospedale (una soluzione alla Grey’s Anatomy, per intenderci). Dietro quel caso che ha scatenato la vendetta a colpi d’arma da fuoco c’è un errore medico commesso da un suo collega, scoperto da Fanti poche ore prima della sparatoria. Sarà proprio il suo collega a giovare della perdita di memoria di Fanti e a prendere il suo posto di primario.

La famiglia

Al momento del suo incidente, Piccioni ha due figli di 20 e 23 anni, ma quando si risveglia dal suo coma non ha memoria dei due ragazzi adulti, nemmeno li riconosce: ricorda solo le loro versioni di otto e undici anni, visto che ha perso la memoria dei 12 anni successivi. L’ultimo ricordo del medico risale al giorno dell’ottavo compleanno di Tommaso. Sua moglie, una psicologa, lo aiuterà a ricostruire i ricordi mancanti. Fanti invece è padre di un bambino e una bambina piccoli, ma quando si sveglia ritroverà solo uno di loro due: suo figlio è morto, mentre sue figlia è una studentessa di medicina. Con sua moglie, il cui ultimo ricordo è un momento felice in casa, è ormai divorziato. E ha intrapreso una relazione con la dottoressa Giulia Giordano (Matilde Gioli), di cui però non ricorda nulla.

L’ambientazione

Se la vicenda di Piccioni avviene nel 2013, con i suoi ricordi fermi al 2001 dopo il trauma, la serie è ambientata nel 2020, dunque la memoria di Fanti è ferma al 2008: una differenza sostanziale, visto che i cambiamenti intercorsi nella prima decade del millennio sono certamente più radicali rispetto a quelli avvenuti nell’ultimo decennio. Un esempio: Piccioni al suo risveglio nel 2013 non aveva idea di cosa fosse una e-mail, perché anche le sue conoscenze del mondo, come la sua memoria, erano fermi al 2001 e dunque prima del boom tecnologico di inizio secolo. Fanti, invece, è più avvezzo all’uso della tecnologia, visto che i suoi ricordi della vita quotidiana risalgono al 2008.