La fatturazione a 28 giorni pesa come un macigno sulle casse degli operatori nazionali. Il Consiglio di Stato li ha obbligati a risarcire tutti gli utenti in modalità automatica: Iliad, che non fa parte di questa cerchia, ha colto la palla al balzo per bacchettare i concorrenti.
Il CEO Benedetto Levi, attraverso un tweet pungente, ha deciso di dire la sua, affermando che, se è vero che l’unione fa la forza (alludendo al fatto che tutti i provider telefonici nel 2017 aderirono alla fatturazione a 28 giorni, annullando, di fatto, il principio di concorrenza del mercato), ci sono volte in cui è meglio essere diversi (come nel caso di Iliad, che, non avendo optato per la fatturazione a 28 giorni, non si vedrà costretta a pagare la multa complessiva di 228 milioni di euro inflitta dall’AGCM a TIM, Vodafone, Wind 3 e Fastweb, oltre a non aver minato la fiducia dei suoi clienti).
La mensilità in più maturata dalla fatturazione a 28 giorni ha generato un aumento dei costi a danno degli utenti dell’8.6%. L’Antitrust, dal canto suo, aveva evidenziato un atteggiamento omologante da parte dei provider telefonici coinvolti, che aveva reso perfettamente inutili le migrazioni e la concorrenza tra gestori. All’epoca venne istituito una sorta di cartello, utile al mantenimento di quell’incremento dell’8.6% (i provider si guardarono bene dal farsi la guerra in quel periodo). La trasparenza di Iliad, questa volta, ha fatto la differenza: sono più di 4.5 i milioni di utenti che hanno scelto il quarto operatore nazionale (numeri pazzeschi, specie considerato da quanto poco tempo il gestore di origini transalpine si è insediato nel nostro Paese). La trasparenza che Iliad sta dimostrando pare pagare (in attesa che il gestore riesca a svincolarsi dal roaming Wind 3 attraverso la costruzione di una propria rete). Voi da che parte sentite di schierarvi? Fatecelo sapere lasciando un commento all’articolo.