Perché non ci sarà una seconda stagione di Chernobyl, nonostante il successo da Emmy Award

Una seconda stagione di Chernobyl non è nei piani del suo creatore Craig Mazin, che non ha cambiato idea dopo la vittoria agli Emmy Award

Jared Harris in Chernobyl

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Non è mai stata nelle intenzioni dei creatori e la vittoria agli Emmy non ha cambiato i loro piani: non ci sarà una seconda stagione di Chernobyl, la miniserie rivelazione dell’anno che ha raccontato il disastro ecologico del 1986 e le sue devastanti conseguenze tra omertà di Stato e passione civile di alcuni isolati eroi.

Una produzione HBO e Sky Original che ha incantato il pubblico e suscitato un coro unanime di critiche entusiaste: con una straordinaria operazione drammaturgica, Chernobyl ha messo in scena l’esplosione della centrale nucleare, l’evacuazione di Pryp”jat’ e delle altre città della zona di alienazione, l’inefficacia dei soccorsi, la strategia di occultamento della realtà dell’Unione Sovietica, la tragica sorte del chimico Valerij Alekseevič Legasov (interpretato da un magistrale Jared Harris) che indagò sul disastro per poi uccidersi dopo due anni di isolamento forzato.

Chernobyl ha meritatamente vinto la statuetta agli ultimi Emmy Awards come Miglior Miniserie o Film Tv, portando a casa in totale 10 premi su 19 nomination, tra cui anche quello per la Miglior Regia per una Miniserie a Johan Renck e per la Miglior Sceneggiatura per una Miniserie a Craig Mazin. Ma non avrà un seguito, perché la storia tratta dal libro testimonianza Preghiera per Chernobyl di Svjatlana Aleksievič è stata raccontata in toto, esplorandone tutti gli aspetti più controversi e diventando un bellissimo esempio di narrativa d’inchiesta in tv.

Intercettato da Deadline dopo il trionfo agli Emmy, il creatore e sceneggiatore della serie Craig Mazin ha ribadito che non ci sarà una seconda stagione di Chernobyl perché gli obiettivi del racconto – far luce su una vicenda relativa ad un fatto storico preciso e circostanziato rendendo giustizia alle vittime – sono stati raggiunti.

Non lo faremo. Abbiamo raccontato una storia di un luogo in un certo periodo di tempo e l’abbiamo fatto abbastanza bene, ed è ora di iniziare a pensare ad altri posti e altri tempi… qualunque cosa guardiamo, sia che si tratti di finzione o basata sulla storia, ha delle conseguenze su chi siamo ora e quello che stiamo affrontando.

Chernobyl, dunque, è davvero finita. Ma il riferimento alle nuove storie da raccontare non è un semplice sguardo sul futuro: la scorsa estate, dopo il successo internazionale di Chernobyl, Craig Mazin ha firmato un contratto di esclusiva con HBO per nuove produzioni originali.