L’eredità de Le Regole del Delitto Perfetto secondo Viola Davis, ben oltre il suo storico Emmy

Un bilancio de Le Regole del Delitto Perfetto tracciato dalla sua protagonista


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Viola Davis si prepara a dire addio a Le Regole del Delitto Perfetto e al suo personaggio più iconico, quello che le ha permesso di fare il grande salto in carriera e che l’ha portata a vincere uno storico premio, il primo Emmy Award assegnato ad un’attrice afroamericana come miglior protagonista per una serie tv drammatica.

Era il 2005 quando Viola Davis faceva commuovere la platea e la sua collega Kerry WashingtonViola Davis faceva commuovere la platea e la sua collega Kerry Washington che la applaudiva tra le lacrime per aver conquistato l’Oscar della tv, facendo la storia come prima donna nera a vincere in quella categoria.

Un traguardo dirimente per un’attrice che ha fatto della battaglia per una rappresentazione inclusiva a Hollywood (contro la tristemente nota teoria del sacchetto di cartatristemente nota teoria del sacchetto di carta) uno dei suoi obiettivi di vita, anche in qualità di produttrice con la società fondata insieme al marito.

Alla vigilia del debutto dell’ultima stagione della serie, dal 26 settembre in onda su ABC negli Stati Uniti, è tempo di bilanci su ciò che Le Regole del Delitto Perfetto ha rappresentato per la tv e cosa lascerà in eredità.

A Variety, l’interprete della controversa Annalise Keating difende il suo personaggio e ne esalta la valenza simbolica in una tv ancora dominata dagli stereotipi e dall’etnia caucasico, ma soprattutto da personaggi poco scomodi, come invece sono stati quelli di Annalise ne Le Regole del Delitto Perfetto e di Olivia Pope in Scandal.

Credo ancora, e lo dirò fino alla mia morte, che Annalise Keating [e] Olivia Pope siano i più grandi personaggi della tv. E lo dico perché c’è gente qui che non scrive cautamente per persone di colore. Mentre vedo alcuni personaggi che la gente divora, che la gente ama, che non sono profondi, non sono delineati. Sono tutto ciò che mette le persone a proprio agio.

Per l’attrice “i bianchi” sono ancora “il gruppo demografico a cui tutti guardano“, nonostante ci siano film che rappresentano gli afroamericani, ma sono “film a basso budget” e “in termini di personaggi siamo ancora ridotti a metafore“.

Nell’ultimo periodo, secondo la Davis, la tv si sta sforzando di mettere in scena “un tipo di narrazioni che ci mostrano pienamente come neri: persone di colore, persone all’interno della comunità LGBTQ. Sono solo diversi, e non è solo una questione di genere, è una questione di personaggi“. Per la Davis promuovere una rappresentazione non caricaturale o stereotipata del diverso è una missione: “Questo è davvero ciò a cui dedico la mia vita“.