Poesia Per Roma di Ultimo, testo e audio della dedica alla città eterna

Ultimo scrive una poesia per la sua città Natale, la recita all'Olimpico e la rende disponibile in digitale

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Poesia Per Roma di Ultimo è disponibile in digital download e in free streaming. La poesia che Ultimo ha scritto per la città eterna e presentato dal vivo per la prima volta sul palco dello Stadio Olimpico di Roma lo scorso 4 luglio è stata resa disponibile per l’acquisto e per l’ascolto in digitale dal giorno successivo.

Il tour 2019 di Ultimo si è chiuso con La Favola, un grande concerto-evento allo Stadio Olimpico della sua città Natale, Roma, lo stesso nel quale si recava la domenica con suo padre a vedere le partite di calcio.
La Roma di cui Ultimo parla in Poesia Per Roma non è quella amata dai turisti ma 2quella nascosta, i vicoli, le chiese di periferia che crollano a pezzi e anche i politici corrotti.

“Sei bella pure senza mare”, scrive Ultimo che poi cita i Parioli, il Colosseo, San Pietro, il Tevere. ““Roma capoccia der monno nfame” Il mio primo saggio da bambino, la cantai col cuore”, continua. “La vera Roma sta nei vicoli che te turista non apprezzi” e poi “na battaglia persa co politici corotti” che però non scalfisce la bellezza del luogo perfetto: “Però ne parli e dopo ridi perché a Roma te ne fotti”.
Ci sono gli amici di sempre e le partite a carte di chi perde e se la prende con la sfortuna.

“Grazie per esse rimasta accesa quando non c’avevo un letto” è il verso finale della poesia in dialetto romanesco che Ultimo scrive per la gente come lui, quella che la scorsa settimana era sotto il suo palco dello Stadio Olimpico di Roma a vivere con lui La Favola a lieto fine.

Nel 2020 sarà in tour negli stadi. Si attendono informazioni sui concerti in programma.

TESTO

So dieci giorni che sto fori
Dici sorridi e dentro muori
A me m’hanno stancato tutti
Donne, auto e amici a volte
Eppure de te io nun me stanco
A volte penso ar Tevere e poi canto
Anche se Roma non è solo centro
Per me sei bella come un dubbio spento
Come un rifugio per un ladro
Sei bella come l’angelo e il peccato
Te pare poco? Dì, te pare poco essere immortale?
Quando te spegni e vie el tramonto che bellezza che rimane
Sei bella pure senza mare
Lì giù ai Parioli sono belli i ragazzetti
Ma pe me nun battono du occhi sopravvissuti a sti parcheggi
Che Roma è Colosseo ma nun è solo quello
Roma è sta panchina rotta che dà sogni a quer pischello
Roma è na finestra aperta piena de mollette e panni
È un bimbo cor pallone che è partito da San Giovanni
Mi padre me portava le domeniche allo stadio
E ancora tengo con gran cura la prima sciarpa nell’armadio
“Roma capoccia der monno nfame”
Il mio primo saggio da bambino, la cantai col cuore
Non è San Pietro ma sta chiesa che sta a pezzi
La vera Roma sta nei vicoli che te turista non apprezzi
È na battaglia persa co politici corotti
Però ne parli e dopo ridi perché a Roma te ne fotti
È un pranzo a casa mia co l’amici de na vita
Quelli che perdono a tresette e se la piano co la sfiga
Vuoi sta tranquillo senza troppe cianfrusaglie
Te casca er monno sulle spalle e trovi forza dentro a un daje
So dieci giorni che sto fori e come me manchi
Domani torno e prima cosa vado a pia du guanti
Perché per scrivere de te ce vo rispetto
Grazie per esse rimasta accesa quando non c’avevo un letto