Il concerto di Nicki Minaj in Arabia Saudita al centro di una polemica da parte degli attivisti

La HRF chiede alla rapper di boicottare un evento promosso da una dittatura


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L’arrivo di Nicki Minaj in Arabia Saudita, previsto per il 18 luglio in occasione del festival Jeddah World Fest, è al centro di una polemica. Nonostante i tentativi di liberalizzazione da parte del principe ereditario Mohammed Bin Salman, è ancora opinione condivisa che si tratti di un paese conservatore.

La Human Rights Foundation (HRF), nella persona di Thor Halvorssen, ha chiesto espressamente alla rapper di estromettersi dal festival per protestare contro il trattamento delle donne e dei minori nel Paese. Nel comunicato pubblicato sul sito ufficiale, inoltre, la HRF chiede a Nicki Minaj di rifiutare il cachet e di sfruttare la sua notorietà per chiedere la liberazione delle attiviste attualmente in prigione.

La HRF ricorda che in aprile ha avuto luogo l’esecuzione di cinque uomini omosessuali “colpevoli” di aver confessato una relazione con altri uomini:

Che pensa di fare, Nicki Minaj? Come può partecipare al Week Pride per poi salire su un jet per collezionare milioni da un regime che ha decapitato cinque uomini gay? Nicki Minaj non ha una buona ragione per fare affari con la dittatura saudita. Se terrà lo spettacolo offuscherà la vasta serie di crimini sui diritti umani commessi da Mohammed Bin Salman tra cui torture, stupri, assassinii extragiudiziali e massacro di civili innocenti.

Per il momento la rapper non ha rilasciato commenti. La vicenda ricorda la lettera inviata da Roger Waters dei Pink Floyd a Madonna per invitarla a non partecipare all’Eurovision a Tel Aviv, un appello che lo stesso bassista aveva rivolto a una cover band dei Pink Floyd.

Nella lunga lettera scritta e firmata da Thor Halvorssen dell’HRF in occasione dell’arrivo di Nicki Minaj in Arabia Saudita vengono forniti anche un numero di telefono e un indirizzo e-mail ai quali la rapper può rivolgersi per ricevere altre informazioni e si chiude con un messaggio forte:

L’eventuale partecipazione sarebbe un disastro per la figura pubblica che rappresenti, visto che spesso hai preso impegno nell’educazione, nei diritti delle donne e nella giustizia sociale.