A pochi giorni dal giorno più speciale di ogni esistenza OM intervista Antonella Lo Coco, in un torrido pomeriggio che ti fa rimpiangere il freddo anomalo di maggio e ti fa desiderare un tuffo su una lastra di ghiaccio.
Chi conosce Antonella sa che le nozze tra l’amore e la musica non hanno bisogno di inviti e partecipazioni. Lo insegna la storia dell’arte, lo insegnano i poeti e lo sottolineano i filosofi, ma esiste una difficoltà: l’immensità del sentimento più tormentato, quando capita in mani sbagliate, può essere banale.
Antonella, invece, ha preso un foglio di carta e ha guardato il suo amore negli occhi. Elisa, questo il suo nome, non ha dovuto far altro che esistere e diventare la sua musa anche in questa occasione. Sì, perché se abbiamo scomodato la parola “nozze” nell’introdurre la chiacchierata con la giovane artista di Reggio Emilia, la stessa parola ci ricorda che il 20 giugno è stato il giorno del “sì” tanto sognato da Antonella ed Elisa, innamorate e complici, tanto da convertire il loro trasporto nel video ufficiale del nuovo singolo Felici In Due, che ci mostra i reali momenti della quotidianità della coppia.
Antonella , per raccontarsi, è anche in grado di accettare un incontro in un casello o una semplice telefonata. Dall’altra parte della rete, infatti, snocciola la sua quotidianità come farebbe con un amico e ti ringrazia timidamente quando ti complimenti con lei per la sua versione di What Else Is There? dei Röyksopp, un brano tutt’altro che scontato e proprio per questo adatto alla corde della giovane cantautrice.
Affacciarsi al suo mondo significa sedere in sella alla sua moto ed esplorare nuovi orizzonti, ma soprattutto ascoltare il suo entusiasmo e farlo proprio. In un’estate afosa quanto positiva, la cantante è felice reduce del matrimonio che l’ha fatta diventare moglie, che ha suggellato l’amore per la sua Elisa e che ora le dona occhiali nuovi e nuova ispirazione per continuare il suo percorso.
Antonella, come stai?
Bene, direi bene. Siamo nel post-matrimonio. Sono molto felice del nuovo singolo e soprattutto del video. Sono contenta di aver lavorato in questo modo perché la canzone descrive proprio la nostra quotidianità e non avrei mai immaginato un video diverso. In un primo momento avevo paura che Elisa – che è molto timida – non accettasse, ma quando le ho detto che avrebbe dovuto recitare né preparare una parte non ha più esitato. È stato tutto molto spontaneo.
Raccontare l’amore può essere scontato, ma non è il tuo caso, confermi?
In realtà usato delle parole un po’ semplici e comuni, ma semplicemente perché ho scritto di getto. Ovviamente, quando scrivi una canzone, devi metterci un po’ di tecnica, ma il risultato è stata una canzone d’amore che si esprime con un linguaggio universale: può rivolgersi a due persone dello stesso sesso ma anche a persone etero. La soddisfazione è arrivata subito: ancora oggi mi scrivono omosessuali e non omosessuali per dirmi quanto sia bello vedere tutto questo amore in una canzone.
La nostra realtà è ancora avvelenata dall’odio, parlare d’amore è diventato necessario?
Sì, e questo mi dispiace. Viviamo un periodo storico in cui c’è ancora troppa cattiveria, troppo l’odio in giro. Ecco, però se mi accorgo che una mia canzone – anche se non sarò mai in grado di scrivere Imagine di John Lennon – diventa un messaggio positivo, allora sono felice. Tra l’altro, scrivere Felici In Due è stato particolare: la canzone mi arrivava in modo diverso rispetto alle altre canzoni che ho scritto per lei. Alcune non le ho ancora pubblicate. Accade, poi, che certi utenti si fiondino direttamente sulle pagine degli artisti per insultarli. A me non è mai successo, ma devi sapere che dopo il bacio tra me ed Elisa durante la puntata di All Together Now, sulla pagina Facebook di Mediaset Play è esploso il caos. L’odio si concentrava maggiormente da parte di donne madri. Okay, io non mi spiego nemmeno l’odio da parte di un uomo, ma da parte di una donna madre vorrei avere un motivo. Avrei tanto voluto rispondere, ma c’era già gente che rispondeva da parte mia. Ho preferito ignorare. Mi fanno più paura i rischi che una coppia omosessuale corre nelle nostre città, se consideriamo i fatti di cronaca. Esistono anche omosessuali che, ancora oggi, subiscono delle pressioni in famiglia. Io e mia moglie abbiamo la fortuna di essere cresciute in famiglie dalla mentalità aperta.
Mi viene spontaneo, a questo punto, chiederti di parlarmi del coming out che molti omosessuali fanno in TV.
Ecco, io non ho mai avuto bisogno di fare del coming out. Semplicemente, non ho mai nascosto né esibito la mia vita privata, magari in questi giorni emerge qualcosa in più proprio perché mi sono sposata, ma prima parlavo soprattutto di musica. Se prima si notava di meno non era per la voglia di nascondermi: avevo altri argomenti, tutto qui. Ora posso dire che nella mia musica c’è tantissimo della mia vita privata. Puoi anche fare coming out e dire: “Sono omosessuale”, ma secondo me è stato molto più forte – ad esempio – condividere su Facebook una foto di me insieme ad Elisa, tutto qui, senza dire: “Sono omosessuale e sto con Elisa”. Non ho fatto coming out nemmeno quando ho annunciato il mio matrimonio con Elisa. Ho semplicemente detto che mi sarei sposata con Elisa, stop, senza parlare di matrimonio omosessuale e quant’altro. Mi sposavo, tranquillamente e naturalmente.
Parliamo di musica, adesso. Hai qualche progetto in cantiere?
Assolutamente sì. Sono al lavoro sul nuovo singolo, ma già da un anno sono all’opera sull’autoproduzione di un progetto discografico. Devo confessare, però, che da quando ho scritto Felici In Due – in aprile – mi si è aperta una nuova strada, come se fosse un cammino più definito. Posso dunque dire che tutto ciò che ho scritto nell’ultimo anno, probabilmente, non risulta compatibile con questa nuova direzione. Felici In Due ha un messaggio molto forte, dunque tutto ciò che verrà dopo vorrò pesarlo nel modo giusto. Già oggi sto scrivendo delle cose nuove. Il nuovo brano mi ha proprio aperto dei canali emozionali diversi, e sono facilitata dal fatto di non avere delle scadenze. Ho il mio team di collaboratori, ma ho carta bianca su tutto. L’idea è comunque di uscire a fine agosto con un nuovo singolo.
Chi sono i tuoi artisti di riferimento?
Tra gli artisti italiani ho sempre amato Elisa. Sul piano internazionale, invece, ho sempre ascoltato Tori Amos, Muse, Coldplay, Anouk, Beatles, Michael Jackson, ma è impossibile elencarli tutti o fermarsi su pochi nomi. Farsi contaminare da più generi e più artisti è importante, non bisogna mai focalizzarsi su un tipo di stile o un tipo di scrittura. C’è roba interessante anche nel pop più radiofonico e commerciale che ci sia.
Si intervista Antonella Lo Coco e si scopre che c’è ancora speranza di incontrare persone libere di sentirsi libere, artisti ispirati e appassionati e voci che potrebbero tenere alto il canto italiano, che negli ultimi anni è divenuto vittima di maldestre imitazioni e farlocche ostentazioni, ma non è questo il caso.