The Handmaid’s Tale 3×06 riscopre l’orrore tra fanatismo religioso e promesse tradite (recensione)

Le note di speranza delle scorse settimane sembrano disperdersi, mentre June vede crollare le poche certezze rimaste

June in The Handmaid's Tale 3x06

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Dopo un avvio di stagione rinfrancante come una ventata d’aria fresca, The Handmaid’s Tale 3×06 torna a giocare la sua carta preferita: l’orrore. Sul finire dello scorso episodio abbiamo visto come l’incontro fra Serena, Luke e Nichole avesse rovesciato le prospettive della donna in merito al futuro della bambina. La piccola deve tornare a Gilead, hanno dichiarato i Waterford in un appello televisivo rivolto al Canada, e in questo episodio assistiamo alle loro manovre perché ciò diventi realtà.

The Handmaid’s Tale 3×06 si apre quindi con il viaggio dei Waterford a Washington in compagnia di Rita, June e zia Lydia. L’obiettivo è convincere i canadesi ad avviare i negoziati per il rimpatrio di Nichole. L’arrivo nella capitale elettrizza zia Lydia ma è uno shock per June. La Union Station è infatti diventata il terrificante ritratto della distopia di Gilead, con le sue atmosfere tenebrose, la calma militaresca e le bandiere sventolanti.

Qui tutto deve rispettare regole granitiche. June è costretta ad attendere l’arrivo dei Waterford pregando in ginocchio in un’area designata e poi a spostarsi con loro verso casa dei Winslow. Il comandante accoglie gli ospiti con i soliti convenevoli, ma è presto interrotto dall’arrivo della moglie e dei cinque figli. Il caos gioioso della famiglia più numerosa mai vista a Gilead destabilizza Fred e in particolare Serena, che non può non avvertire il doloroso contrasto con la propria condizione.

I comandanti e le rispettive mogli proseguono così la loro serata, mentre June viene accompagnata in camera di Ofgeorge, l’ancella dei Winslow con la quale dividerà la camera. Si presenta, prova a scambiare qualche parola, ma la compagna non risponde. Pochi istanti dopo Ofgeorge toglie la fascia che le copre la bocca e la causa del suo silenzio diventa evidente: le sue labbra sono serrate da anelli di metallo che le impediscono di parlare.

Per i Waterford, intanto, la trasferta prosegue nel migliore dei modi. Fred organizza e dirige dei nuovi filmati per attirare l’attenzione degli altri Paesi sul caso Nichole. Zia Lydia dispone scenograficamente le ancelle nella grande sala e June ha il compito di posare al fianco dei Waterford e inginocchiarsi così che le altre inizino a pregare. Quanti altri video farà?, chiede a Serena. Tutti quelli che saranno necessari, risponde la donna. Pochi istanti dopo vediamo tornare anche Nick, non più un semplice autista ma il Comandante Blaine.

Di ritorno dai Winslow, Fred rivela di essere riuscito a convincere gli svizzeri a partecipare alla trattativa. Nello specifico, a condurre delle interviste neutrali per far sì che il Canada prenda parte ai negoziati. June prova a convincere Serena a lasciar perdere, ma quest’ultima ribatte che aver visto Nichole ha cambiato tutto, per lei.

Il mattino successivo la delegazione svizzera avvia le interviste, dapprima con i Waterford e poi con June. Fred vorrebbe partecipare, ma l’incaricato svizzero preferisce che la donna sia sola. Sono la madre della bambina e voglio che Nichole rimanga in Canada, intima June, ma le cose non sono così semplici.

Gilead è una grande potenza militare, argomentano i delegati, e c’è bisogno di qualcosa in più per fare in modo che la bambina non sia costretta a tornarvi. June promette allora di convincere Nick a scambiare con loro delle informazioni utili. Gli svizzeri accettano e lo intervistano il giorno dopo, ma nonostante ciò decidono di proseguire la trattativa. Abbiamo indagato e stabilito di non poterci fidare del signor Blaine, dichiara uno dei delegati. June è sconvolta, e quando poco dopo scopre da Serena che Nick è stato un soldato della Crociatasenza di lui non saremmo qui oggi – il padre di sua figlia diventa ai suoi occhi un completo sconosciuto.

Dopo aver portato in scena i Winslow, The Handmaid’s Tale 3×06 inizia a svelare alcuni piccoli dettagli su di loro. La moglie dimostra di essere una fervente sostenitrice di Gilead e ringrazia Serena per averla salvata con il suo libro. Prima io e George lavoravamo in due studi legali diversi e non avevamo tempo per una famiglia, le confessa. Il marito fa invece i complimenti a Fred per il buon esito delle interviste e gli rivela di averlo sottovalutato per via delle sue recenti difficoltà. Un uomo con le tue capacità potrebbe essere molto utile qui a Washington, allude poggiandogli una mano sulle spalle.

The Handmaid’s Tale 3×06 riserva il meglio per i minuti conclusivi dell’episodio. Zia Lydia e June condividono un raro momento di vicinanza quando quest’ultima è costretta a indossare la fascia di stoffa per coprire la bocca. Vuoi che impongano il silenzio a tutte noi?, chiede all’altra donna. La risposta è no, ma per un perverso amalgama di sentimenti personali e ispirazioni religiose zia Lydia non può far altro che serrare la fascia al collo di June.

Il rapporto tra June e Serena, sempre conflittuale ma in miglioramento nelle ultime settimane, rispolvera ora l’antico disprezzo reciproco. Le due donne si ritrovano al Washington Memorial davanti a un Lincoln decapitato e l’amarezza emerge in un attimo. June prova ancora una volta a risvegliare l’ormai ex alleata, ma senza successo. Non ti libererai di me finché le mie due figlie non saranno al sicuro, minaccia allora June. Sei piccola, sei crudele e vuota. Sarai sempre vuota. Avrei dovuto lasciarti bruciare quando potevo, prosegue.

The Handmaid’s Tale 3×06 si conclude quindi ai piedi del Washington Memorial. Fred Waterford guida una preghiera alla quale June e un gran numero di altre ancelle sono costrette a partecipare, e il destino della piccola Nichole appare ancora incerto.

L’episodio dimostra una certa importanza strategica in vista della seconda metà della stagione. June, che fino a questo momento ha goduto di un discreto ascendente sui Waterford, si vede adesso squalificata dalla ritrovata intesa tra Fred e Serena e dalla risolutezza che dimostrano nel voler riportare Nichole a casa.

La stessa Serena, che pure sembra essersi conquistata il diritto di esprimersi più o meno liberamente, ha invece poco peso in fase decisionale. In questo momento la sua unica funzione sembra essere quella di continuare a lacerarsi nell’indecisione fra ciò desidera e ciò che è giusto per Nichole.

Inoltre non è chiaro cosa la serie voglia indurci a pensare di Nick e zia Lydia. Le rivelazioni sul primo introducono una novità importante nella percezione di un uomo apparentemente buono, mentre le azioni della seconda continuano a contraddirsi di settimana in settimana. La sua fede in Dio e l’amore per le ancelle sono sinceri, ma le reali motivazioni del suo agire rimangono un mistero.

Infine riemerge con prepotenza il ricorso all’orrore. La splendida fotografia di The Handmaid’s Tale 3×06 lascia davvero a bocca aperta e dipinge Gilead di un tormento senza precedenti. L’aspetto di Washington e dei suoi monumenti deturpati o ricostruiti secondo l’ideologia del regime appare trasfigurato al pari dei volti delle ancelle. Con la differenza che queste ultime sembrano vittime di torture fini a sé stesse, protagoniste di uno show dell’orrore di cui non possiamo conoscere gli effetti.

The Handmaid’s Tale 3×06 diventa così il punto di rottura fra la prima e la seconda parte della stagione. Se finora abbiamo avuto un assaggio di ciò che sarebbe potuto succedere se l’improbabile alleanza fra June e Serena avesse provato a distruggere Gilead dall’interno, da qui in avanti gli assetti cambiano. June dovrà riconsiderare il suo potere effettivo, i suoi mezzi e le sue priorità, e capire se diventare una di loro per riuscire ad annientarli una volta per tutte.