Tristi per la fine de Il Trono di Spade? Arriva un sito per aiutare i fan a superare il “lutto”

Se vi sentite già orfani de Il Trono di Spade, niente paura: arriva un sito web che aiuta i fan di tutto il mondo a superare questo momento di "tristezza".


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Il Trono di Spade è terminato da qualche giorno, ma i fan sono ancora in lutto e non riescono a superare la fine della loro serie preferita. L’ultimo episodio, andato in onda domenica, ha raccolto pareri discordanti, tra gli elogi e la delusione. Non c’è dubbio che l’acclamato show targato HBO resterà per sempre negli annali della storia della televisione come uno dei migliori prodotti mai visti sul piccolo schermo.

Come si evince, il finale de Il Trono di Spade non è piaciuto a tutti, tanto che i fan insoddisfatti hanno lanciato una petizione online per chiedere alla HBO un remake dell’ottava e ultima stagione. Una petizione che ha raggiunto la bellezza di un milione di firme. Per tutti coloro che non riescono ad elaborare “il lutto”, arriva un sito web che aiuta a uscirne.

La notizia sa dell’incredibile, ma è tutto vero. Come si legge su ScreenCrush, Bark.com è un sito inglese che offre aiuto ai propri clienti: basta dire di cosa avete bisogno e lui troverà per voi persone in grado di darvi una mano. Il giorno dopo la fine de Il Trono di Spade, Bark ha messo a disposizione le proprie risorse per aiutare i fan rimasti orfani per la conclusione dello show. Sul comunicato del sito è spiegata l’iniziativa, volta ad aiutare coloro che “hanno bisogno di supporto in questo momento difficile.”

In sostanza, Bark mette a disposizione un servizio di consulenza psicologica via Skype tramite cui si potrà parlare con un esperto il quale, conoscendo tutte le vicende de Il Trono di Spade, potrà aiutare i fan ad elaborare “la tragedia”. Per usufruire del servizio, basta andare sul sito e selezionare il servizio che desiderate, oltre al vostro codice di avviamento postale. Il tutto è disponibile alla modica cifra di 25 dollari per una sessione di 30 minuti; 50 dollari per una di 60 minuti.

La situazione è talmente paradossale che sembra uscita da un giornale di satira. Invece è tutto vero.