In Killing Eve 2×06 Jodie Comer ruba la scena a Sandra Oh con la sua Villanelle dalle personalità multiple (recensione)

L’alleanza tra l’MI6 e il duo Villanelle-Konstantin non risolve ancora l’enigma Aaron Peel e mostra al contrario alcune incongruenze e scelte inspiegabili.

Eve e Villanelle in Killing Eve 2x06

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Finiti i tempi delle attese e dello svolgersi lento degli eventi, Killing Eve 2×06 porta avanti un intreccio sempre più fitto, intenso e carico di aspettative. L’episodio si apre con un aspro confronto tra Eve e Niko, che dopo aver incontrato Villanelle a Oxford non riesce più a contenere la propria frustrazione. Vuoi che ti ami o che ti spaventi?, chiede alla moglie bloccandola contro il muro, prima di ordinarle di andare in camera da letto.

Il mattino successivo appare chiaro quale sia stato il culmine di questa tensione erotica, ma la decisione di Niko è inattesa. Nonostante abbia più che gradito la notte movimentata trascorsa con la donna, non ha più intenzione di andare avanti così. Dopo aver sopportato la rabbia e il disinteresse di Eve per mesi, d’improvviso scopre che una moglie finalmente in grado di esprimere liberamente la propria passione non fa per lui e decide di andar via di casa.

Ma l’appartamento dei due non ha ancora visto tutto. Poco dopo, infatti, Villanelle vi si introduce di soppiatto e come una qualsiasi ragazzina dispettosa comincia a strappare pagine dai libri, spostare i CD in custodie diverse e lavarsi i denti con lo spazzolino di Eve.

Questo, comunque, è solo un breve passatempo. Carolyn, Eve e Villanelle devono infatti dare la priorità alla loro nuova missione, ossia avvicinarsi quanto più possibile ad Aaron Peel per capire cosa stia architettando. L’unica maniera per farlo è agire indirettamente, ossia conquistare l’amicizia di sua sorella Amber. Ma come riuscirci?

La soluzione scelta è inventare una nuova identità per Villanelle, perché possa partecipare agli incontri degli Alcolisti Anonimi insieme alla ragazza e cercare di guadagnarne la fiducia. Villanelle propone quindi una serie di possibili personalità, cambiando quattro accenti in poco più di un minuto e lasciando a Eve la scelta di Billie, una millennial newyorchese con i capelli rosa e un accento fastidioso.

Questa strategia si rivela però più macchinosa del previsto, perché Amber è sorvegliata da una guardia che le impedisce di mantenere i contatti con le persone presenti agli incontri. L’unico modo che a Villanelle viene in mente per sgomberare il campo, un paio di giorni dopo, è quindi quello di abbracciare la guardia per poi spingerla contro un autobus in corsa.

Eve osserva dalla vetrina di un bar di fronte e lo shock sul suo volto non raggiunge neppure vagamente il livello di oltraggio che una persona normale proverebbe assistendo a una scena del genere. Il messaggio di Villanelle, comunque, è chiaro: ho io il controllo.

Le cose non vanno meglio sul fronte matrimoniale. Niko non risponde ai messaggi di Eve, quindi alla donna non resta che andarlo a cercare. Naturalmente lo trova a casa di Gemma, la collega che per lui è solo un’amica e per lei, viceversa, un’occasione ghiottissima da cogliere al volo. Gemma invita Eve a prendere un tè con loro, ma la tensione è insopportabile.

Eve chiede di andare in bagno, ma vuole solo introdursi nella camera della rivale. In un chiaro parallelo con la scena in cui è Villanelle a introdursi in casa sua, Eve rompe la ballerina di un carillon per pura cattiveria e inizia a rovistare nei cassetti della biancheria, dove nota reggiseni sexy che l’innervosiscono al punto da convincerla a creare il caos. Gemma e Niko la colgono però in flagrante, e con uno stizzito Spero che ti piaccia la posizione del missionario! – al quale Gemma risponde In realtà sì – sembra consegnare nelle mani della donna i resti di un matrimonio ormai finito.

Ancora una volta, però, non c’è tempo per i rimorsi. L’attenziona torna al caso di Aaron Peel e al piano da mettere in atto, ossia mandare Villanelle-Billie in casa dell’uomo e della sorella per una cena sotto copertura. Dopo averle fatto indossare un microfono e un auricolare, Eve e Konstanstin seguono a distanza l’evolversi della vicenda e provano a indirizzarla, perlomeno finché Villanelle non ingoia l’auricolare. Da quel momento in poi le cose smettono del tutto di seguire i piani. Villanelle, messa sotto pressione dalle domande di Aaron Peel sulla sua presunta laurea in filosofia, colpisce l’uomo sul naso e abbandona la casa senza essere riuscita a carpire alcuna informazione utile.

Killing Eve 2×06 volge quindi alla conclusione con un finale alquanto ambiguo. Villanelle entra in quella che sembra una friggitoria da asporto, chiede al ragazzo di cosa sia fatto il kebab alle sue spalle e se sia possibile usare qualsiasi tipo di carne. Lui risponde che la gente è disposta a mangiare qualsiasi cosa sia fatta a fette abbastanza sottili e cosparsa di salsa.

Pochi istanti dopo Villanelle inizia a seguire nel buio le due giovani entrate dopo di lei nel locale. Prima le spaventa con rumori metallici, poi appare davanti a loro. Tranquillizzate, le ragazze la invitano a proseguire la passeggiata tutte insieme. È puro buon senso, in fondo, non lasciar sola un’altra giovane donna in piena notte…

Il sorriso con cui Villanelle accetta l’invito, comunque, è al contempo inquietante ed enigmatico. Le due ignare sconosciute diventeranno sottili fettine di kebab? La strada rimane aperta a un possibile caso di cannibalismo o la domanda sul tipo di carne adatta al kebab è solo un volo pindarico della mente oscura di un’assassina psicopatica? Non è chiaro.

In sostanza, Killing Eve 2×06 mostra la buona volontà di snodare ulteriormente la trama per provare ad andare a fondo sulla storia – finora inconcludente – di Aaron Peel, ma alcuni conti non tornano. Era chiaro fin dall’inizio che uno degli impulsi narrativi principali della stagione sarebbe nato dal bisogno di ampliare lo scenario per introdurre una nuova squadra di cattivi o presunti tali.

Tralasciando per un attimo il ruolo ancora oscuro dei Twelve, non si capisce bene perché le cose si siano evolute in modo da convincere un’organizzazione di spie professioniste ad affidare una missione tanto delicata a un’assassina che fino al giorno prima hanno tentato di catturare. Non dimentichiamo che in Killing Eve 2×03 un’intera squadra di poliziotti armati fino ai denti ha fatto irruzione in una camera d’albergo per arrestarla…

E poi c’è Niko, che dopo aver sopportato l’indifferenza della moglie per una stagione e mezza, decide di lasciarla alla prima occasione in cui Eve manifesta davvero i suoi desideri. E questo è probabilmente il punto in cui il personaggio del brav’uomo paziente e comprensivo perde tutto il suo valore e la sua consistenza.

Perché va bene non accettare di essere trascurati – avrebbe dovuto lasciarla da mesi, in fondo –, ma il tempismo è pessimo. Sentendosi in colpa per la notte di passione trascorsa con la moglie e lasciandola per questo, Niko perde molta della sua superiorità morale, perché dimostra di non voler fare i conti con la vera Eve. La Eve che ha finalmente mostrato di poter desiderare qualcosa di diverso, di nuovo e più complesso di ciò che la posizione del missionario lascia intuire nel suo breve scambio di battute con Gemma.

Un ultimo punto poco convincente in Killing Eve 2×06 è la facilità con cui Villanelle riesce a farsi invitare a cena dai Peel. Considerata l’ossessione di Aaron per la sicurezza, il suo tenersi a distanza da ogni essere umano e l’enorme controllo che la sua azienda riesce ad avere sulle informazioni di qualsiasi natura, è alquanto strano pensare che possa accettare così rapidamente di avere un’estranea in casa.

Ma chiudiamo con l’ennesima nota di merito a Jodie Comer, fresca di vittoria ai BAFTA Awards 2019, che anche stavolta sorprende con una crescita enorme e un talento in grado di rubare la scena alla co-star Sandra Oh. Grazie anche a una caratterizzazione più dettagliata che in passato, Villanelle risplende delle sue mille oscure, terrificanti sfaccettature in ogni scena, guadagnandosi una legittimità umana che nella prima stagione non aveva.

Sono due, in particolare, i momenti che esaltano le doti di Jodie Comer e la pongono un gradino più in alto nella scalata alle nomination per la prossima stagione dei premi. Il primo è il momento in cui cambia quattro accenti in una manciata di secondi, riaccendendo in noi la nostalgia per l’altro indimenticabile successo di BBC America, Orphan Black.

Il secondo è il monologo in cui Villanelle lascia emergere una piccola parte di sé, della vera sé stessa, davanti agli sconosciuti del gruppo di incontro. È stata Eve ad aver provato a inculcarle il valore della sincerità, ed è a una Eve in ascolto a distanza che rivolge una confessione dolorsa e pura, libera da qualsiasi contaminazione.

https://youtu.be/AncPIK8dd50

Quali saranno le prossime mosse del nuovo team per arrivare al cuore del caso Peel? Che ne sarà di Niko? Eve e Villanelle saranno ancora più vicine? E soprattutto, le risposte a queste domande arriveranno in Killing Eve 2×07? Per il momento possiamo solo iniziare a gustarci un video promo del penultimo episodio della seconda stagione.