Jodie Comer lo ha detto in più di un’intervista: sappiamo cos’è che i fan vorrebbero veder succedere tra Eve e Villanelle, ma… sarebbe davvero possibile? Potrebbero arrivare a tanto? E queste parole ci aiutano a capire come gli eventi di Killing Eve 2×05 siano – o debbano essere – il picco più alto al quale gli shipper delle Villaneve possono ambire.
Ma prima di parlare di questo ricostruiamo i fatti in ordine cronologico. Killing Eve 2×05 apre le danze con un nuovo omicidio su commissione; questa volta Villanelle deve far fuori un giovanotto per conto dello zio. Per svolgere l’incarico si affaccia al balconcino di un appartamento e lancia un milkshake alla fragola sul parabrezza dell’auto del giovane. Come da copione, il ragazzo la porta subito all’autolavaggio e così a Villanelle basta affiancarlo sul sedile e portare a termine il compito.
Il lavoro da freelance paga bene, ma Villanelle è annoiata, è evidente. E altrettanto annoiata è Eve, che con Jess assiste ai vani interrogatori dell’assassina The ghost. Com’è possibile che non riesca a essere più divertente? Uccide per vivere, eppure sembra una contabile. Ma forse a parlare sono le buone abitudini, le fa notare Jess. In fondo non tutti possono essere appassionanti come chi-sappiamo-noi.
Per smuovere le acque e convincere The ghost a parlare, dunque, bisogna andare oltre le solite tecniche, e così Eve interroga nuovamente l’assassina, questa volta menzionando Villanelle. Finalmente la donna si lascia sfuggire un commento, e parla di lei come The egg ghost, e poi the demon with no face.
Basta poco per riaccendere una fiamma di eccitazione in Eve, che alla luce di questa dichiarazione convince il suo team – Carolyn compresa – dell’importanza di coinvolgere Villanelle nella missione. Se c’è qualcuno che può scoprire chi abbia ordinato l’assassinio di Alistair Peele, quella è lei. E se adesso è un’assassina su commissione, beh, allora non resta che assumerla. Paghiamola perché uccida me, propone Eve. E nonostante i dubbi dei colleghi, l’operazione ottiene l’approvazione di Carolyn e viene messa in moto.
Eve…come on. #KillingEve pic.twitter.com/8cacjljuiQ
— Killing Eve (@KillingEve) May 6, 2019
Poco dopo, Konstantin informa Villanelle del nuovo incarico. Lei crede sia uno scherzo e rifiuta in ogni modo, ma l’uomo sa come gestirla. Devi ucciderla, le dice, ti rende debole e lo sai. La prossima settimana non ricorderai già più il suo nome. Lo sguardo della ragazza è enigmatico. Sa di non volerlo fare, ma sembra accettare e prepararsi mentalmente all’idea.
All’MI6, intanto, un – volutamente? – esilarante esperto di soggetti psicopatici, Martin, arriva in ufficio per una presentazione in PowerPoint sui tratti psicologici di questi individui. Non li si può cambiare, dichiara – rivolgendosi a Eve più che al resto del team –, ma li si può gestire. Per un po’ il denaro, i complimenti e le attenzioni possono funzionare, ma non c’è nulla che arrivi ad andar bene sul lungo periodo.
Eve, dopo aver guardato incuriosita la slide di un cadavere insanguinato proiettata accidentalmente dall’uomo, non sembra accettare queste parole e distoglie lo sguardo quando a finire sul proiettore è il volto di Villanelle. In cuor suo sembra volersi isolare dalle dichiarazioni senza appello di Martin: gli psicopatici non hanno sentimenti, né possiamo tentare di capirli considerandoli persone normali e aggiungendo loro dei tratti negativi, come la rabbia o il narcisismo.
Dobbiamo invece togliere loro delle caratteristiche umane, e considerare ciò che rimane. Tanto varrebbe provare a comprendere una vespa o una spillatrice, insomma. Eppure non sembra che Villanelle non covi dentro di sé un miscuglio di sentimenti contrastanti, dato che al cameriere del servizio in camera, al suo hotel, chiede una bottiglia di champagne e delle carezze sui capelli.
Le cose sono altrettanto confuse per Eve e Niko, che finalmente possono trascorrere una serata normale in casa. Hanno appena iniziato a mangiare del cibo indiano d’asporto quando suona il campanello, e Eve trova sui gradini d’ingresso una grossa scatola elegante. Al suo interno c’è una preziosa opera floreale che riproduce il suo nome per mezzo di delicate rose bianche.
Il significato è chiaro: Villanelle ha ricevuto il messaggio. Eve ne è lieta e immediatamente eccitata, al punto da interrompere la cena e proporre a Niko di andare di sopra. L’uomo sembra stupito, ma dopo pochi secondi coglie l’attimo. Peccato non abbia idea di cosa passi davvero per la testa della moglie.
A questo punto l’incontro tra le due donne è predisposto. Niko viene spedito a Oxford per un finto impegno scolastico e Hugo prepara Eve facendole indossare un giubbotto antiproiettile, che però lei mal sopporta fin da subito. La tensione è palpabile, e in questo contesto l’unica voce ragionevole è quella di Kenny, sempre più incredulo dinanzi alla deriva ossessiva di Eve.
Cosa ti è successo?, le chiede. La cosa è fuori controllo, Villanelle ha ucciso Bill ed è stata pugnalata, perché improvvisamente dovrebbe iniziare a comportarsi in modo diverso? Le preoccupazioni del ragazzo sono più che legittime, ma lei reagisce licenziandolo. E in maniera altrettanto folle contempla l’ipotesi di spingere un uomo sotto un treno al binario della metro.
Ma è a partire da questo momento che Killing Eve 2×05 consegna agli spettatori ciò che hanno atteso fin dall’inizio della stagione, portando l’interazione tra Eve e Villanelle al culmine della tensione erotica. Le due si ritrovano in casa della prima, e da qui in poi ogni via sembra praticabile. Potrebbe esserci un bacio, un omicidio, uno scontro di qualsiasi tipo. Sarebbe tutto verosimile, eppure nulla accade, perché c’è spazio per qualcosa di diverso, uno scambio emozionale perfettamente percepibile.
Ci sono, da un lato, la tensione di Eve, la paura mista all’eccitazione e il tentativo di volgere il coinvolgimento della ragazza a proprio vantaggio per manipolarla. Dall’altro, la delusione e il dolore di Villanelle per essere stata ferita e trascurata, la voglia di proteggersi e riprendere il controllo, un’attrazione fisica sempre più tangibile. E così quando Eve chiede il suo aiuto per una missione, Villanelle risponde: Will you give me everything I want?
Worth it. #KillingEve pic.twitter.com/8kz5QBhJIm
— Killing Eve (@KillingEve) May 6, 2019
Nel suo sussurro, nello sguardo che corre lungo il corpo di Eve, nella lama che ne percorre le costole si consuma quindi la tensione erotica massima che le due abbiano raggiunto nell’arco di queste stagioni e che – bacio o meno – non può che deliziare i fan delle Villaneve.
Inizia qui il nuovo corso. Eve e Villanelle adesso sono colleghe e la loro alleanza porta presto a un ottimo risultato: The ghost confessa. Dopo essere stata trasportata per ore fino a ritrovarsi in un container isolato nella foresta di Dean, l’assassina asiatica rivela a una Villanelle molto convincente che a ordinare l’assassinio di Alistair Peel è stato il suo stesso figlio.
Perché, però? Eve non riesce a spiegarselo. Aaron possiede già l’impero di famiglia, cos’altro vuole? Vuole vendere un’arma, risponde Villanelle. La vogliono tutti, compresi The twelve. A questo punto si aspetterebbe un ringraziamento, ma la freddezza di Eve la lascia scontenta. Tu prendi e prendi e prendi, le dice, e non ha tutti i torti.
Killing Eve 2×05 si conclude con un altro attesissimo faccia a faccia, quello tra Niko e Villanelle. La giovane raggiunge l’uomo a Oxford e lo affronta con una sfilza di provocazioni che, come da copione, lo irritano in pochi istanti. Gli rivela quindi la storia del suo incontro con Eve, come lei l’abbia raggiunta nell’appartamento di Parigi, si sia stesa sul suo letto e l’abbia accoltellata, mostrandogli infine la cicatrice e rassicurandolo di averla perdonata perché ormai sono più che amiche, sono colleghe. E la straordinarietà del momento sta tutta nel finto compatimento che Villanelle mostra nei confronti di Niko. Per lei i fatti sono così carichi di significato da raggiungere l’intensità e il valore di una storia d’amore; comprensibile, quindi, che la confessione diventi una tale fonte di soddisfazione.
Giunti a questo punto, le carte sono tutte sul tavolo. Le ossessioni si nutrono di attese, dice la showrunner Emerald Fennell, e queste stesse attese sono arrivate al punto di massimo soddisfacimento, almeno per il momento. Killing Eve 2×05 dà un senso a quattro settimane di attesa regalandoci un incontro necessario dal punto di vista narrativo e disperatamente atteso da… beh, da qualsiasi altro.
L’eccezionale chimica cui abbiamo assistito sullo schermo non è dovuta solo a Eve e Villanelle, ma anche alla straordinaria intesa fra Sandra Oh e Jodie Comer, capaci di costruire istante dopo istante una tensione che non potrà non regalare loro due nomination a Emmy e Golden Globe.
Dai loro occhi velati di lacrime, dalla carezza di Eve sulla guancia di Villanelle, dalla presa ferma di Villanelle sulla schiena di Eve, da ogni silenzio, da ogni sguardo sostenuto, da ogni movimento calibrato in uno spazio sempre più ristretto emerge la forza sensuale, irresistibile e probabilmente letale di un’attrazione che è ormai un’evidente ossessione reciproca. Lo sapevamo già noi, lo sapevano già Carolyn e Villanelle, e adesso anche Eve sembra aver preso piena coscienza di un coinvolgimento al quale oppone una sempre più debole e vana resistenza.
Non possiamo immaginare quanto durerà. È chiaro che non si tratta di una relazione normale, libera da impedimenti personali – Niko, tanto per fare un esempio – o giudiziari – perché nonostante la questione sembri finita in secondo piano, Villanelle è ancora un’assassina fuorilegge –, ma non possiamo non chiederci se questo momento sia arrivato per restare.
Il futuro sembra assumere i contorni di un’imprecisata collaborazione professionale tra l’MI6 e il duo Villanelle-Konstantin, ma questo è il risultato di una previsione più che una chiara premessa dell’episodio. Perché nonostante l’incontro tanto atteso, Killing Eve 2×05 non è privo di difetti. Il più palese ci appare l’accumulo di momenti autosufficienti, più che lo sviluppo organico della trama nel suo complesso. Può essere che non sia una strategia deliberata, ma un compromesso da accettare per condensare in quattro episodi una corposa quantità di eventi.
In ogni caso, il risultato è un deludente buco nero nel quale finiscono le stranezze della narrazione e le domande rimaste senza risposta. Su tutte: cosa ha detto Villanelle a The ghost per sconvolgerla al punto di convincerla a confessare? Cosa è successo tra Eve e Villanelle dopo aver stretto l’accordo e prima di uscire da casa? E cosa è successo dopo, nel loro lungo viaggio in auto verso la foresta? Infine, Niko rimarrà per sempre un personaggio vuoto e insignificante?
Se alle prime tre domande non troveremo mai risposta, per la quarta abbiamo ancora qualche speranza. Guardiamo quindi il primo promo di Killing Eve 2×06 e iniziamo a formulare alcune nuove teorie sul futuro delle Villaneve.