Preda e cacciatrice continuano ad accerchiarsi nell’ennesimo sovrapporsi di ruoli, mentre l’aspettativa cresce fino a raggiungere il picco in questa stagione. Killing Eve 2×03 dimostra ancora una volta di saper lavorare egregiamente all’accumulo della tensione, ma fa ben pochi passi in avanti dal punto di vista narrativo. Sconvolgendo una certezza che si credeva acquisita nel finale della prima stagione, Konstantin torna sulla scena e si ritaglia un ruolo da consigliere per Eve. Villanelle è un parassita, rivela, capace di farsi spazio nel cervello altrui senza mai saziare davvero la propria fame. La invita quindi a pensare a cosa sia capitato a quanti Villanelle abbia amato – Nadia, lo stesso Konstantin – per capire come l’unica soluzione per non essere amati fino alla morte sia farsi odiare.
In Killing Eve 2×03 il tema prevalente è il desiderio ossessivo, di cui la mela sulla scrivania di Niko è solo una delle rappresentazioni simboliche. L’ossessione pervade Eve, sempre più lontana da qualsiasi forma di controllo sulla propria mente e più in generale sulla propria vita, e ne offusca la razionalità. Nel tentativo di catturare la sua preda – pur essendo lei stessa preda di una caccia molto meglio congegnata – rovina l’ennesimo momento di normalità al quale Niko si aggrappa, ossia l’incontro tra docenti nella scuola in cui lui insegna e in cui si palesa una nuova minaccia alla stabilità della loro relazione: l’insegnante Gemma.
Per la stessa, disperata ossessione di giungere finalmente all’oggetto del suo desiderio, Eve contravviene agli ordini di Carolyn – proseguire l’indagine sulla nuova assassina misteriosa – per concentrarsi sulla cattura di Villanelle, sempre così vicina eppure inafferrabile. La soluzione al dilemma sembra avvicinarsi quando la stessa Eve propone a Konstantin un accordo: informazioni sul luogo in cui Villanelle si nasconde in cambio di ragguagli sulla posizione e le condizioni della famiglia dell’uomo, ricollocata dall’MI6 nell’ambito del programma di protezione dei testimoni.
Lo scambio in effetti avviene, peccato però che Konstantin disattenda lui stesso il consiglio dato a Eve, ossia di stare lontano dal parassita Villanelle. Quando Eve e gli agenti perquisiscono l’hotel in cui Villanelle alloggia, infatti, l’uomo propone alla sua pupilla una nuova alleanza tra pari, un lavoro da freelance che le porterà molto denaro e la sottrarrà al controllo di Raymond, probabilmente assunto per ucciderla al momento opportuno.
Qui la tensione raggiunge il culmine, con Eve vicinissima alla sua preda. A separare le due donne c’è solo la debole porta di una camera d’albergo, e il fatto che entrambe vi si appoggino – Eve sfiorandola con la mano, Villanelle osservando l’amata dallo spioncino – la qualifica come un mero ostacolo materiale che non sottrae nulla alla fisicità estremamente sensuale della scena. Il tatto e la vista diventano così una sorta di veicolo del pensiero ossessivo e delirante che ciascuna nutre nei confronti dell’altra.
L’ossessività della caccia di Eve esplode pochi istanti dopo, quando gli agenti sfondano quella stessa porta per rivelare una camera vuota con una finestra aperta. Villanelle e Konstantin sono fuggiti, e l’urlo animalesco di Eve dà forma a una frustrazione incontenibile per l’ennesimo tentativo fallito. Perché essersi avvicinata non è nulla, nella sua mente; non è un passo in avanti verso la cattura, quanto un ulteriore smacco, e la dimostrazione che qualsiasi soddisfazione momentanea non porta ad altro che a un desiderio ancora più grande.
Killing Eve 2×03 è anche l’episodio in cui più che mai si percepisce l’ineluttabilità con cui Eve incrina qualsiasi relazione attorno a sé. Niko è sempre più ferito dinanzi all’indifferenza della moglie e a quelli che a lui appaiono come deliberati tentativi di sabotare la loro relazione. Kenny è stufo del continuo lavoro sporco e di dover valicare i confini dell’umana decenza per saziare la fame di Eve, al punto da dirle apertamente di averla creduta una persona diversa. Carolyn, unico vero baluardo di solidità in un microcosmo irrazionale, le impone un ultimatum con la solita tagliente compostezza, costringendola a rientrare nei ranghi e proseguire l’indagine pertinente, quella su The ghost.
Mentre Eve raggiunge il fondo di questa spirale di follia, Villanelle deve fare i conti con il nuovo assetto della sua vita, che ben presto tenta di rimettere in piedi con nuovi, appariscenti abiti d’alta moda. Dal punto di vista professionale si vede messa da parte dall’avanzata di questa nuova assassina, le cui tattiche silenziose ed efficienti diventano il nuovo standard al quale aspirare, ma adeguarsi è impossibile. Non tanto per una mancanza di capacità, quanto perché rinunciare alla teatralità di un omicidio significherebbe dar via la propria anima, spegnere quella fiamma che sostenta il suo ego.
Dal punto di vista personale, invece, Villanelle lotta contro la gelosia nei confronti della nuova assassina e incanala le sue energie verso un nuovo obiettivo, sabotare il matrimonio di Eve e Niko spingendo quest’ultimo verso la collega, Gemma, segretamente innamorata di lui. Avvolta in abiti variopinti e con uno stile estroso che la vera Villanelle odierebbe, si intrufola nell’edificio della scuola per avvicinarsi alla donna, conversarci e convincerla a fare un passo in più verso l’uomo che potrebbe impedirle di morire vecchia e sola, circondata da due o più gatti.
Con il concludersi dell’episodio appare chiaro che il desiderio reciproco di Eve e Villanelle è ormai così totalizzante da rendere qualsiasi altra relazione, obiettivo o pensiero secondari rispetto a essa. Nella logica rovesciata del loro universo, il rossetto che Eve applica sul finire dell’episodio – Love in an elevator n.5, infilato nella sua borsa da Villanelle alcune ore prima – e che nasconde al suo interno una piccola lama, finisce col diventare un gesto d’amore carico di promesse, un istante di godimento e rinnovato desiderio restituito dalla grandiosa espressività di Sandra Oh.
Killing Eve 2×03 rimanda ancora l’azione narrativa più significativa, continua a rimescolare le carte e sancisce definitivamente il passaggio di Eve a uno stato di ideale parità rispetto a Villanelle. Sono entrambe preda e cacciatrice, la mela e la mano che vorrebbe afferrarla, e in questo desiderio ossessivo costantemente alimentato la serie cerca la forza che spinga verso un nuovo, potente climax tra le due.
Iniziamo il conto alla rovescia al prossimo episodio con il promo di Killing Eve 2×04.