La domanda è imperante: il 5G è pericoloso o almeno lo è di più del 4G e 4.5G ora di scena sul nostro territorio? Nuovi impianti con il supporto alla rete ultra veloce possono rappresentare un reale rischio per la salute dei cittadini? Le domande specifiche non hanno risposte univoche in base al’interlocutore del momento: di certo l’associazione Asstel che riunisce i principali operatori mobili e non solo del nostro paese, intervenendo sulla questione, ha fatto presente come sia necessario cambiare rotta e abbandonare i vecchi limiti alle emissioni perché decisamente anacronistici, oltre che esagerati.
Proprio Pietro Guindani in rappresentanza dell’Asstel ha partecipato all’audizione alla Commissione Trasporti, Poste e Telecomunicazioni della Camera, chiarendo come sia necessario dare una forte spinta allo sviluppo dei nuovi servizi basati sulla infrastrutture del 5G ma pure della fibra ottica. Ne va dello sviluppo del paese in numerosi settori come quello delle imprese più tecnologiche ma anche della pubblica amministrazione, dell’educazione, la logistica e la sicurezza. Di contro a questa necessità, fin troppo spesso ci si scontra contro le obiezioni degli enti locali che non vogliono l’installazione di nuovi impianti per il timore di rischi della salute ma neanche l’implementazione di antenne già esistenti (come nel caso di Iliad Italia a Roma Capitale raccontato ieri).
In pratica, secondo Asstel, le soglie per le emissioni di radiazioni nel nostro paese sono fin troppo basse e dovrebbero essere adeguate invece a quelle europee sancite dalla comunità scientifica internazionale organizzata nell’ICNIRP (International Commission on Non-Ionizing Radiation Protection). Quest’ultima è stata già riconosciuta dall’Organizzazione Mondiale della Sanità e dall’Unione Europea e dunque le sue direttive, sempre secondo gli operatori riuniti in Asstel, devono essere un punto di riferimento per il nostro paese.
Co i lavori per il 5G in pieno svolgimento, il dibattito sulle emissioni dei nuovi impianti risulterà essere molto acceso ancora per molto tempo. Chissà se il Governo attuale cederà alle richieste di Asstel per limiti di emissione più elevati o alle proteste di sempre più enti pubblici e naturalmente pure associazioni di categoria per frenare il proliferarsi degli impianti sul territorio. La battaglia è del tutto accesa.
pensate agli inquinamenti seri e non queste cavolate,le industrie alimentari,eni,ilva quelle sono vere cause di inquinamento.
Purtroppo questo è uno dei primi articoli di approfondimento che spuntano su google… l informazione in rete è proprio una grande illusione, fatti solo per l’indicizzazione del giornale e quindi uguale. ai giornali di carta perché devono guadagnare dalla pubblicità