La magia rock dei Negramaro a Roma con Lele sul palco e l’omaggio di Giuliano a Lucio Battisti (video)

L'Amore Che Torni Tour Indoor 2019 dei Negramaro a Roma il 5 marzo col ritorno di Lele Spedicato sul palco: la recensione del concerto


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Nella prima delle due serate romane dell’Amore Che Torni Tour Indoor 2019 un PalaLottomatica gremito in ogni ordine di posto ha ospitato il primo concerto del 2019 dei Negramaro a Roma, ideale seguito dello show allo stadio Olimpico della scorsa estate che, ha ricordato Giuliano Sangiorgi, “è una notte che ci è rimasta nel cuore“.

D’altronde Roma è una seconda casa per la band salentina: qui sono nati, lo scorso autunno a poche settimane di distanza, i piccoli Ianko e Stella, figli di Emanuele Spedicato e Giuliano Sangiorgi. È la città in cui, ormai da lungo tempo, il frontman vive e compone per gran parte dell’anno (“Sei tu la mia città è stata scritta sui sampietrini di Roma” ha ricordato in concerto) e inevitabilmente diventa la tappa prediletta da chi arriva un po’ da tutta Italia, come dimostra la bandiera dei 4 mori lanciata sul palco verso la fine dello show al PalaLottomatica.

Il 5 marzo, nel mezzo di un tour partito a Rimini meno di un mese fa con una data zero che ha visto anche Lele Spedicato sul palco, i Negramaro hanno dimostrato sul palco di Roma come la magia del loro ensemble sia rimasta intatta e potente anche a fronte della necessità di sostituire uno dei perni della band. La new entry Giacomo Spedicato, appena 23enne ma evidentemente già pronto ad affrontare i grandi palcoscenici col supporto di musicisti molto più esperti, è entrato perfettamente in simbiosi col resto del gruppo, riuscendo a non far rimpiangere l’assenza di suo fratello Lele ancora alle prese con la riabilitazione dopo l’emorragia cerebrale che l’ha colpito lo scorso anno.

Ma Lele sul palco c’è stato lo stesso, e non solo nelle suggestive grafiche che hanno accompagnato lo show sui grandi ledwall in fondo al palco. C’è stato in carne ed ossa, apparendo nel finale dell’esecuzione di Cosa c’è dall’altra parte, il brano a lui dedicato da Giuliano Sangiorgi: come già a Rimini e Milano, anche a Roma Spedicato ha voluto entrare in scena per una breve apparizione, imbracciando la sua chitarra in duetto con l’amico Sangiorgi che per lui ha scritto questo inno alla vita, questo invito a lottare per restare su questa Terra e rimandare al più tardi possibile la scoperta di un eventuale aldilà. Il breve assolo di Lele è stato l’occasione per ringraziare il pubblico dell’affetto dimostrato lo scorso autunno dopo il grave malore che l’ha portato in terapia intensiva per un mese: “Grazie a tutti, vi amo” sono state le poche parole pronunciate dal musicista raggiunto dai compagni sul palco. Abbracci che hanno il sapore di una rinascita: “Grazie per averci riportato Lele” urla Sangiorgi dimostrando di credere nella forza dei buoni sentimenti. I due Spedicato condividono il palco tra l’ovazione della folla per l’amato Mr. Lele e il giovanissimo Giacomo, incoraggiato dagli applausi e dall’orgoglio evidente negli occhi del fratello di cui ha temporaneamente preso il posto permettendo alla band di non rinunciare al tour.

La scaletta dell’Amore che Torni Tour nei palazzetti  – ricchissima, per tre ore di concerto iniziato poco dopo le 21.00 e terminato a mezzanotte – ricalca a grandi linee quella del precedente tour negli stadi, ma con qualche deviazione. Restano i brani principali dell’ultimo album che dà il titolo al tour, con i tre singoli (Fino all’imbrunire, Amore che torni, Per uno come me), l’intensa Ridammi indietro il cuore, L’anima vista da qui, Mi basta.

Ogni membro del gruppo trova spazio per un assolo, conquistando la scena in precisi momenti della scaletta, che sia il finale di una canzone o un intermezzo tra un brano e l’altro, facendo non solo da cornice ma da motore pulsante per le performance di Giuliano Sangiorgi, performer e musicista che si esibisce al pianoforte come alla chitarra acustica o elettrica, mentre intona brani suoi e non solo. A Roma, ad esempio, ha voluto rendere omaggio a Lucio Battisti nel giorno del suo compleanno intonando al piano Il mio canto libero. E non manca, come nel precedente tour, il ricordo di Dolores O’Riordan dei Cranberries con la sua voce che entra in Senza Fiato, lo struggente duetto inciso con Giuliano nel 2007, e un assolo di chitarra finale da parte di Sangiorgi che è la sua dedica all’amica scomparsa. Non c’è stata a Roma Meraviglioso, ma l’omaggio a Modugno è comunque presente con Cosa sono le nuvole.

Molti brani sono stati riarrangiati in una chiave nuova, cercando sonorità più rock, oscure e ipnotiche. Nuova è anche la scenografia di Amore Che Torni, che conferisce grande dinamicità grazie a blocchi in movimento che creano profondità e talvolta ospitano le performance dei sei musicisti. Grandi fasci di luce emanati verso il pubblico creano, insieme alle grafiche dei ledwall, giochi visivi che coinvolgono lo spettatore in un racconto in cui le immagini e i suoni si fondono, insieme alle parole dei testi delle canzoni e a quelle che Sangiorgi usa per unire tutti i blocchi dello show. Ad esempio, ricordando che Per uno come me è l’invito a riconoscere nell’altro il suo diritto alla felicità su questa Terra. Non c’è bisogno di slogan diretti, ma il messaggio di accoglienza e rispetto dei diritti umani è chiarissimo. Come è forte quello a combattere per i diritti di tutti che precede e accompagna Mi basta.

Ecco la scaletta e alcuni video dal concerto del 5 marzo a Roma: il 6 marzo si replica al PalaLottomatica, per poi proseguire a Castel Morrone, Eboli, Bari, Reggio Calabria e Acireale (quasi tutte sold out in prevendita).

Fino all’imbrunire
Ti è mai successo?
La prima volta
Estate
Sei tu la mia città
Il posto dei santi
Ridammi indietro il mio cuore
Mi basta
Amore che torni
Attenta
Parlami d’amore
Per uno come me
L’Amore qui non passa
L’anima vista da qui
Cosa c’è dall’altra parte
Solo per te
Solo 3 minuti/Sei
Pezzi di te
Tutto qui accade
L’immenso
Via le mani dagli occhi
Senza fiato
Mentre tutto scorre
Nuvole e lenzuola