Coca Cola infetta con virus HIV? Finta notizia bomba ritorna virale

Fake news di ritorno, nessun rischio ma ecco precisato il perché

Coca Cola infetta

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Esistono bottiglie o lattine di Coca Cola infetta con il virus dell’HIV in circolazione che costituiscono un serio pericolo per la salute? Un messaggio virale su Facebook sta letteralmente seminando il panico tra gli internauti. Questi ultimi, visionando un presunto documento di richiamo della bevanda del Ministero della Salute, credono che sia fondamentale condividere fino all’infinito la notizia ma quest’ultima è solo una bufala, tra l’altro anche già nota ed esaminata qualche mese fa.

Così come già fatto in passato, ci tocca smontare del tutto la notizia  della Coca Cola infetta dal virus HIV, da cima e fino in fondo. Il primo motivo è presto detto: il documento del Ministero della Salute, il presunto annuncio giornalistico su Sky e ancora l’avviso della “polizia metropolitana” non corrisponde a realtà. Nessuno dei presunti protagonisti dell’allarme si sarebbe mai messo in moto per avvisare la popolazione. Come secondo elemento, va pure chiarito che nessun episodio di contaminazione della bevanda nella catena di produzione è mai avvenuto ad opera di un dipendente. In ultima battuta ma con ancora più forza, va ribadito come nessun contagio potrebbe avvenire assumendo un drink o anche un cibo contaminato con il  temibile virus dell’AIDS. Piuttosto, come dovrebbe essere chiaro per molti, l’infezione può essere trasmessa solo e soltanto attraverso il contatto con il sangue o anche con il liquido seminale.

Inutile dunque seminare panico e allarmismo incondizionato, ancora una volta. Non esiste alcun virus HIV all’interno della Coca Cola che seppur non proprio una bevanda salutare, non rischia di trasmettere alcuna infezione della gravissima malattia, né di nessun altra. Smettere di condividere notizie del genere sulla propria bacheca social contribuirà a fare la differenza e a non consentire che simili catene farlocche tornino a seminare panico anche in futuro. Lo stesso discorso, oltre che per Facebook, vale anche per l’applicazione di messaggistica WhatsApp, dove pure il messaggio ha cominciato a circolare.