Davvero l’ultimo messaggio WhatsApp che annuncia la presenza del virus HIV dell’AIDS nella Coca Cola va oltre ogni immaginazione ed è a dir poco ridicolo. Eppure la solita catena sull’ applicazione di messaggistica si sta diffondendo a macchia d’olio e sembra convincere molti utenti ignari che quanto scritto è solo una bufala che crea allarmismo senza motivo.
Non esistono campioni di bottiglie di Coca Cola in giro per il mondo contaminate dal virus dell’ AIDS. Nessun lavoratore del grosso brand ha aggiunto il suo sangue contaminato dal virus HIV a qualche lotto di produzione e tanto meno, nessuna polizia metropolitana o mezzo di informazione sta diffondendo un messaggio di allarme per invitare tutti a non bere la nota bevanda alla caffeina ma anche altri prodotti simili, come ad esempio la Sprite.
Siamo di fronte ad una bufala dalle proporzioni notevoli (nata negli Stati Uniti e tradotta in molte lingue) che si basa su un fatto non reale e che mette in fila una serie di informazioni scorrette e senza senso. Intanto c’è da dire che, dovesse mai avverarsi uno scenario apocalittico del genere con un dipendente impazzito che contamina la bevanda con il suo sangue infetto, le conseguenze sarebbero del tutto nulle. Dovrebbe essere chiaro a tutti ma meglio precisarlo che ingerire una bevanda così appositamente preparata non comporterebbe nessun rischio per la salute, seppur la sola idea di un simile evento sia raccapricciante. Il contagio in effetti avviene esclusivamente attraverso lo scambio di liquidi corporei infetti come il sangue, il liquido seminale ma non certo bevendo un drink.
Insomma, anche in occasione di questa bufala relativa alla Coca Cola contaminata, la forza divulgatrice di una catena su WhatsApp viene tutta fuori. Il consiglio, ancora una volta, è quello di prendere con le pinze tutto quanto ci viene trasmesso dai nostri contatti perché questo spesso genera allarmismo non giustificato. Per concludere, ecco la mole di ricerca su Google scatenata in Italia dall’ultima bufala: il picco di richiesta di informazione è stato impressionate secondo quanto riporta lo strumento Google Trends. Occhio dunque alla prossima catena.