Virginia Raffaele scongelata alla seconda puntata del Festival di Sanremo 2019, ma duetti e gag non funzionano lo stesso

Virginia Raffaele alla seconda puntata del Festival di Sanremo 2019 esce dalla gabbia della liturgia, ma qualcuno la salvi dalla mancanza di idee degli autori


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Nonostante alla seconda serata del Festival di Sanremo 2019 Virginia Raffaele sia stata “scongelata” dal classico ruolo di annunciatrice dei brani e dei cantanti in gara la resa dello show non migliora.

Alla monotonia della prima serata, dovuta anche alla necessità di racchiudere 24 esibizioni in poche ore, la seconda ha concesso qualche spazio più ampio all’intrattenimento, ma il risultato è comunque da dimenticare.

La bravura di Virginia Raffaele non è in discussione, ma il suo talento non è sostenuto da un gruppo autoriale capace di valorizzarlo: questo Festival sembra scritto da un gruppo di anziani per un pubblico di anziani, nonostante la tanto sbandierata volontà di svecchiarlo con la partecipazione di tanti artisti giovani e la costante attenzione ai social, da cui pure si traggono evidenti spunti (perlomeno per le battute di Bisio che sembrano una continua replica ai commenti su Twitter).

Finora non c’è stata una sola gag che abbia fatto autenticamente ridere, che sia stata veramente comica, non parliamo della satira poi che proprio non è pervenuta.

La povera Virginia, prima costretta a reinventarsi conduttrice e ora lasciata un po’ più libera di dare sfogo alla sua vena comica, non riesce ad essere incisiva come lo fu nel 2016 quando poteva brillare al massimo facendo quel che le riesce meglio, le sue imitazioni e parodie. In questo caso è evidente che la Raffaele non voglia ripetersi portando sul palco quelle maschere che ha già usato in passato, ma la mancanza di idee nuove – colpa di un supporto autoriale inclassificabile – non la aiuta a trovare la sua dimensione in un Festival in cui vuole, allo stesso tempo, assecondare la liturgia della conduzione e non risultare ripetitiva con le sue imitazioni.

La gag iniziale con la traduzione del regolamento in varie lingue, quella con l’orchestra dalle battute discutibili (“Le coriste sono Grazia, Graziella e Grazie al coro” è il tenore dell’ironia), quella nei panni della Famiglia Addams e quella con la poltrona per i reumatismi per Baglioni risultano forzate e scritte male. Il duetto swing col direttore artistico in omaggio a Lelio Luttazzi è il primo momento in cui la Raffaele sembra sciogliersi, addirittura stendendosi sul pianoforte, cantando e ballando un lento, ma il tutto viene smorzato dall’ingresso di Pippo Baudo che prende la scena. La vera gag riservata alla Raffaele è però la scenetta in cui mima una cantante d’opera alle prese con le difficoltà di interpretare Habanera dalla Carmen di tra imprevisti e pasticci: ma un abito finalmente sontuoso, qualche raffinata citazione cinematografica e la sua deliziosa mimica non bastano a renderlo un pezzo davvero capace di entusiasmare il pubblico al pari delle sue performance passate. Lo sketch è elegante e recitato deliziosamente, ma non scalda un pubblico che si aspetta di rivedere il talento straripante della Raffaele in quel che le riesce al meglio.

Il necessario rodaggio potrebbe richiedere ancora molto tempo e forse questo potrebbe non bastare. Magari per la finale ce la faranno a dare alla Raffaele il giusto modo di esprimersi e riconquistare il suo pubblico.