Il ritorno di Lele dei Negramaro in un nuovo singolo scritto da Giuliano Sangiorgi: “Volevo annullare il tour, senza di lui sarebbe stata la fine”

In arrivo un nuovo singolo scritto da Sangiorgi per Lele dei Negramaro: "Non sarei tornato a cantare senza di lui"


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Sarà sul palco dell’Amore Che Torni Tour Indoor 2019 insieme ai suoi compagni, Lele dei Negramaro, nonostante l’emorragia cerebrale che l’ha colpito lo scorso settembre e dopo la quale è ancora in riabilitazione.

Il chiarrista ha già iniziato a lavorare con il resto del gruppo al nuovo tour alle porte, inizialmente previsto lo scorso autunno ma riprogrammato da febbraio per permettere a Lele di riprendersi e parteciparvi. Senza di lui, se non ce l’avesse fatta ad uscire dalla rianimazione, non solo non ci sarebbe stato alcun tour (l’ipotesi di una sostituzione non è mai stata presa in considerazione) ma probabilmente sarebbe finita anche la storia dei Negramaro.

A raccontarlo, con la difficoltà di rivivere quel mese drammatico tra settembre e ottobre in cui si è temuto per la vita di Spedicato ma anche col sollievo di essere stati fortunati a vederlo riprendersi in modo sorprendentemente veloce, è il frontman Giuliano Sangiorgi.

I due campeggiano sulla copertina di Vanity Fair, che dedica loro il nuovo numero alla vigilia del debutto del tour invernale, al via a Rimini il 14 febbraio: la rivista anticipa anche la notizia del debutto, il 15 febbraio, di Cosa c’è dall’altra parte, un nuovo singolo dei Negramaro che Sangiorgi ha scritto in questi mesi proprio dedicandolo a Lele.

Così Sangiorgi ripercorre quei giorni, ricordando i difficili istanti in cui la band ha dovuto decidere il suo futuro.

Se Lele non fosse tornato dal buio avrei smesso di cantare, perché tutto è nato quando lui era solo un ragazzo e aveva negli occhi una luce, una fame e una voglia che non ho più rivisto in nessun altro. Senza Lele non avrei più continuato a stare su un palco, semplicemente perché una storia come la nostra, in Italia, non esiste. Io avrei voluto annullare il tour, ma per fortuna non l’abbiamo fatto. Perché Andro ha detto: “Non cancelliamo il tour, a Lele bisogna dare una botta di vita. Se torna e si sveglia, deve avere la possibilità di crederci”. Era certo che, se Lele avesse saputo del cancellamento, si sarebbe accasciato su se stesso e la ripresa avrebbe avuto un decorso lunghissimo. Aveva ragione. Il tour alla fine lo abbiamo solo rimandato e Lele si è dimostrato un leone. Ha compiuto un miracolo. Ha abbracciato suo figlio. Ha creduto nel sogno.

Il brano nato dalla penna di Sangiorgi dopo questa terribile esperienza è frutto di una riflessione sofferta, della rabbia e dell’incomprensione rispetto a quel malore improvviso e gravissimo, ma anche della gratitudine per la ripresa miracolosa di Lele.

È una preghiera laica e una bestemmia religiosissima. Non volevamo neanche pubblicarla, ma solo regalarla a tutte le persone che ci sono state vicine. Lele ha sentito l’esplosione collettiva, ha avvertito l’affetto. Si è ripreso così in fretta, credo, soprattutto per quello.

Nel video che accompagnerà Cosa c’è dall’altra parte, ci sarà un abbraccio spontaneo tra i due, finito nella clip nonostante fosse completamente imprevisto.

Non era preparato. Lele è sempre stato l’indiano del gruppo, il saggio della compagnia. Stavo suonando il pezzo piano e voce e non mi ero neanche accorto fosse sul set. È arrivato alle spalle, mi ha abbracciato, ci siamo commossi. Il vecchio Lele sarebbe stato fermo senza fiatare per non perdere la magia, ne ho scoperto uno nuovo, ancora più grande di ieri.