Tornano di nuovo di moda le mail con ricatto in bitcoin, ossia una richiesta specifica di moneta virtuale per tenere segreti alcuni presunti comportamenti illegali come la visione di contenuti pedopornografici o semplicemente a luci rosse. C’è reale pericolo in questi giorni o ci troviamo di fronte all’ennesimo tentativo di truffa?
Non è la prima volta che raccontiamo ai nostri lettori un’ondata di email con ricatto in bitcoin. Ora come qualche mese fa, il pericolo è del tutto inventato. Gli avvisi di profilo hackerato sono del tutto falsi, anche se sembrano veritieri perché inviati direttamente dal proprio indirizzo. Non c’è al momento alcun pericolo che alcuni esperti malintenzionati abbiano registrato attività illecita sul computer ma è reale la loro richiesta, in cambio del presunto silenzio di una somma ingente nella moneta virtuale. Ed è da questo rischio che bisogna guardarsi.
A denunziare l’ondata di spamming in queste ore è anche l’azienda di hosting Aruba che mette in guardia i suoi numerosissimi clienti del pericolo di rimanere coinvolti nella truffa. Farà anche un certo effetto il messaggio minaccioso che giunge in posta in lingua inglese ma non sono poche le persone pronte a credere alla notizia del profilo di posta hackerato e dunque pronti a soddisfare le richieste di ricatto.
L’unica cosa da fare nel caso di riceva una qualsiasi tipologia di email con ricatto in birtcoin è quella di cestinare subito il messaggio e comunque non muoversi nella direzione richiesta, ossia il pagamento di una somma anche minima di denaro. Nel caso questo nostro approfondimento giunga fin troppo tardi, ossia dopo essere caduti nella trappola, consigliamo vivamente di effettuare una denuncia di quanto accaduto presso il sito della Polizia Postale attraverso apposito modulo online. A questo primo passaggio dovrà seguire pure un ulteriore step “reale” in qualsiasi centro operativo sul territorio nazionale ma tutto quanto servirà di certo a tutelarsi e magari pure nel recupero di quanto versato.