Verrà trasmesso questa sera, mercoledì 13 giugno, su Rai 5, Bowienext, il film-documentario su David Bowie che racconta la galassia del Duca Bianco dopo due anni e mezzo dalla sua scomparsa.
31 anni dopo il suo primo live in italia con il Gran Spider Tour, Rai 5 racconta la storia di Bowie ripercorrendo la sua carriera, a partire dalle ore 21.15.
Testimonianze, video, interviste, inediti che leggono il grande artista anche da un punto di vista italiano, grazie a rari filmati del repertorio Rai come il concerto al Piper di Roma del 1987 e l’intervista al programma L’altra domenica nel 1977.
Il documentario su David Bowie, Bowienext, contiene anche numerosi tributi musicali realizzati da artisti e fan, interviste a musicisti artisti che hanno lavorato e conosciuto David Bowie. Tra questi Rick Wakeman, Lindsay Kemp, Earl Slick, Mike Garson, Gail Ann Dorsey e Sterling Campbell e personaggi italiani del calibro di Dario Argento. David Bowie viene ricordato dai primi anni della sua carriera fino all’ultimo disco Blackstar. Il film non racconta solo l’artista ma anche e soprattutto l’uomo.
La regista Rita Rocca racconta al Messaggero: “L’idea era non copiarlo, non prendere dei pezzi di repertorio, ma creare qualcosa di originale ispirato a Bowie. E devo dire che sono arrivate, da tutto il mondo, delle cose molto belle e molto professionali, superiori anche alle mie aspettative”
David Bowie nasce nel 1947 e muore nel 2016 a 69 anni. La sua discografia vanta di ben 25 album da solista 25 e due con il gruppo dei Tin Machine, ne ha venduti in vita ben 140 milioni. È difficile definire un suo preciso stile, poiché la sua peculiarità è sempre stata la straordinaria capacità di reinventarsi, di innovare la sua musica e il suo personaggio, sonoramente e visivamente. Ammirato da tutta la critica, da colleghi e fan, ognuno dei quali sono stati condizionati profondamente dalla sua musica, nel loro modo di vivere, di ascoltare e fare musica.
BOWIENEXT RAI5 13.06.2018. Un ora circa di documentario offerto a cura di Rai5 sul personaggio carismatico di David Bowie, offerto attraverso una commistione fra visioni di videointerviste d’epoca su di lui, spezzoni di esibizioni live anni 80, e creazioni grafiche moderne accattivanti e molto curate. Bene le traduzioni in italiano dei personaggi apparsi, salvo le dichiarazioni di Bowie opportunamente lasciate in originale e sottotitolate.
Interessanti le interviste e le relative dichiarazioni offerte a cura di musicisti che hanno lavorato al suo fianco nel corso del tempo.
Rick Wakeman tastierista degli Yes nell’album “Hunky Dory” nel 1972, Mike Garson, Gail Ann Dorsey, Earl Slick, parte della band nei suoi anni finali in tour sino al 2004, bruscamente interotti con un attacco di cuore che lo portò al ritiro definitivo dalle scene. Interessanti ed assai particolareggiate le dichiarazioni qui offerte da Lindsay Kemp, suo coreografo di danza, creatore di idee musicali, financo suo amante, e Dario Argento nel comunicare la passione del cantante di Brixton nei riguardi della letteratura, e del piacere dell’arte nella sua globalità, unitamente al suo interesse nei confronti della magia ed esoterismo, buddismo, nonchè delle arti figurative, disegno, pittura, scultura , segnatamente collegate all’universo teutonico, per tacere del suo amore incondizionato nei confronti del cinema, dove ha saputo offrire interpretazioni intense in alcuni film che lo videro protagonista, come ad es. L’uomo che cadde sulla Terra nel 1975, offrendogli altresì l’opportunità di ricevere da questo distacco temporale un aiuto utile a staccarsi dalle follie quotidiane legate al consumo di droghe.
Veniamo ora agli aspetti negativi rilevati a mio avviso nel corso di questo docufilm, che ha illustrato al suo interno quasi un percorso turistico lapideo a Londra, offrendoci l’atteggiamento quasi incensante di una città a suo perenne ricordo, di un eroe che ha saputo porsi a modello da imitare nella sua specificità ed eccentricità, accompagnandoci nei luoghi che lo hanno visto nascere e crescere, financo con difficoltà nel sapersi ritagliare uno spazio, ottenuto grazie allla sua caparbietà nel raggiungere gli obiettivi del successo e fama. FAME!! What’s your name?
Ho trovato assai grave le lacune legate alla mancata illustrazione della città di New York, laddove magari sarebbe stato opportuno accompagnare i visitatori nei luoghi che lo hanno visto vivere con piacere oltre 30 anni della sua vita, laddove egli scelse quale dimora abitativa finale e viverci con la moglie Iman e la figlia Alexandria, da lei avuta il 15 agosto 2000. Fantastico il percorso figurativo apparso ultimanente nelle fermate della metropolitana a Manhattan, inneggianti alla sua figura, omaggianti la mostra “BOWIE IS” , qui a New York nella sua tappa probabilmente conclusiva, che ha visto lungo il suo percorso,che lo ha portato anche in Italia al Mambo di Bologna nell’estate del 2016, oltre due milioni di spettatori entusiasti. Lo stesso Bowie ebbe modo di visitarla al Victoria & Albert Museum di Londra il 7 luglio 2004, unitamente ad Iman, la figlia Alexandria, e la fida scudiera e segretaria Corinne Schwab. Rimase al suo interno per circa due ore, vedendosi passare davanti buona parte della sua vita, attraverso le foto, gli spartiti da lui scritti, gli abiti, i video, gli strumenti musicali e le melodie da lui sapientemente create nel tempo, godibili attraverso le cuffie Sennheiser, offerenti diverse sue canzoni a seconda della stanza nella quale lo spettatore si ritrova. Grandiosa poi la sala cinema, laddove vengono proposti i trailer delle sue più famose interpretazioni cinematografiche. Altra lacuna evidenziata da questo docufilm, sempre a mio giudizio, sono le scarse esibizioni offerte da molti gruppi, musicisti con fisarmoniche, arpe ecc. assai distanti dalle corde melodiche Bowiane. Peccato non aver accennato ad Andrea Chimenti, forse l’unico cantante capace di offrire interpretazioni accattivanti del repertorio nell’ “Andrea Chimenti canta David Bowie” portato in giro in Italia ed uscito su long playing. Dei musicisti offerti nella visione di Bowienext solo i BlueVertigo sanno regalare emozioni dell’universo Bowiano!
Mancate in questo documentario anche le interviste ad Iggy Pop, Tony Visconti, Duncan Jones (figlio di Bowie e regista cinematografico, Source Code ecc.), la moglie di Mick Ronson ed altri protagonisti, che certo avrebbero sforato nella possibilità oraria a disposizione di questo “Bowienext”. Mancata in questo video anche la segnalazione della scelta musicale operata da Bowie verso l’universo rock dei Tin Machine, vero gruppo nel quale non fu considerato preponderante il suo apporto, ma condiviso con gli altri suoi componenti. Poco accennate altresì le sue profonde amicizie con Iggy Pop (con il quale fuggì a Berlino nel ’76 aiutandosi l’un l’altro ad uscire dalla droga), Lou Reed, e di altri musicisti con i quali festeggiò sul palco a New York il suo 50° compleanno con un memorabile concerto insieme ad essi. Mancato in questo documentario anche il solo accenno del profondo amore ed interesse di Bowie verso il collezionismo d’Arte, coltivato per decenni, che ci è stato illustrato nella sua complessità e stravaganza nell’autunno 2016, con le tre sedute d’asta durante le quali furono messi in vendita centinaia di disegni, olii, sculture ed oggetti artistici da lui collezionati nel corso del tempo, con un incasso globale per i suoi eredi di oltre 50 milioni di €!!
Di Ciccio Mario