Niall Horan solista dopo lo straordinario successo con gli One Direction: il cantante irlandese, membro della boyband, è ormai nel pieno della sua carriera in solitaria.
Il tour di Niall Horan procede a gonfie vele: terminata la leg europea, il cantante si appresta ora a calcare i palchi del Giappone, delle Filippine, Australia e, successivamente, quelli americani. Il Flicker World Tour lo ha portato ad esibirsi in tutto il mondo, guadagnandosi il successo e il rispetto di critica e pubblico.
Durante uno speciale a RTE in irlanda, dove il cantante si è esibito eccezionalmente con l’Orchestra sinfonica, Niall si è confidato con il pubblico a proposito della nuova strada artistico-musicale intrapresa da due anni a questa parte. Naturalmente, dopo aver fatto parte di una delle boyband più amate ed acclamate di sempre, è stato difficile e “strano” salire su un palco da solo, e non in cinque:
“Il primo concerto da solo è stato un po’ strano. L’album non era ancora uscito, quindi le persone non potevano sapere le canzoni. All’Olympia di Dublino ho suonato per la prima volta 13 canzoni che la folla non aveva mai sentito prima, ero spaventato“.
Niall Horan ha confessato di aver riscontrato diverse difficoltà e differenze tra le tournée del passato con gli One Direction e quelle da solista: abituato ad occupare il palco da un estremo all’altro insieme agli altri ragazzi della band, ora Niall durante i concerti non gode della stessa libertà:
“Sicuramente ho dovuto imparare il mestiere, non ero abituato. Ora nei concerti sono da solo a cantare sul palco, con un solo microfono, e non mi muovo da lì finché non canto Slow Hands, dove raggiungo il pubblico“.
Continuamente in viaggio da un Paese all’altro, da un palco all’altro, Niall si è detto entusiasta della piega presa dalla sua carriera: “Fino ad ora, il tour è stato fantastico. Questa è la parte migliore del mio lavoro, viaggiare e suonare in tutto il mondo per i fan”, ha detto il cantante irlandese, che ha dato il via alla tournée proprio dall’Irlanda, suo Paese natale.
E riguarda agli One Direction, racconta della maggiore libertà di scrittura in un percorso solista: “Nella band, tutti abbiamo portato i nostri gusti musicali individuali, e ha funzionato. Essere un artista solista significa essere in grado di scrivere da soli, che ti rispecchino al 100%, e lo stiamo facendo tutti”.