La sua esperienza all’Eurovision 2018 è stata segnata dalla discussione intorno al boicottaggio promosso dagli attivisti del movimento Bds (Boycott, Dinsinvestment and Sanctions), ma l’imposizione di Netta di Israele come favorita nei pronostici per la vittoria ha spinto la cantante a superare l’ostracismo di una parte del pubblico.
Come riportato da Times of Israel, la cantante che rappresenta Israele all’Eurovision è stata oggetto di una campagna denigratoria per il suo trascorso nella Marina Militare nel 2014: la sua partecipazione alla kermesse è arrivata infatti in un momento particolarmente complesso e tragico per il numero di morti dell’infinita guerra tra israeliani e palestinesi, nei giorni del raduno della “Grande Marcia del Ritorno” nella fascia orientale di Gaza e alla vigilia delle grandi manifestazioni di protesta per il trasferimento dell’ambasciata Usa da Tel Aviv a Gerusalemme annunciate per il 14 e il 15 maggio.
Il movimento che promuove il boicottaggio di Israele in difesa dei diritti violati del popolo palestinese ha invitato apertamente le giurie di quest’edizione a non assegnare alcun punto alla cantante, in quanto simbolo di un paese che non rispetta i diritti umani, associando direttamente una sua eventuale vittoria (nemmeno improbabile stando ai pronostici che la danno seconda nella classifica finale dietro la rappresentante di Cipro) ad un trionfo per il governo di Tel Aviv: “Ricordatevi i bambini di Gaza e date alla Barzilai zero punti (…) se vincesse con la sua canzone sarebbe un favore molto a Netanyahu e al Governo israeliano“.
Gli attacchi a Netta di Israele non hanno trovato risposta nella cantante, che ha preferito far parlare la musica col suo brano audace e femminista (“Non sono il tuo giocattolo, stupido ragazzo” recita il testo), dallo stile K-Pop, portato sul palco fino alla finale dell’Eurovision col suo stile eccentrico e grintoso.
La musica è’ indipendente……mi rendo conto che nel vostro ambiente le idee liberali non trovano posto…..