Il game director Alexandre Remy difende l’arrivo delle loot box in Rainbow Six Siege in un’intervista ad MCV, sostenendo che loro, gli sviluppatori, non sonno assolutamente avidi (questa per caso è una frecciatina ad Electronic Arts?). In realtà il director non ha fatto altro che difendere la scelta legata all’evento Outbreak. Il dibattito nato in merito alle loot box ruota intorno ad una questione che non mette d’accordo tutti i giocatori. Questi infatti sostengono che esistono loot box “buone” e loot box “cattive” ma c’è anche chi sostiene che l’intero meccanismo legato alle casse premio debba essere completamente eliminato.
Per il publisher e la software house le loot box sono fondamentali per ottenere delle entrate ricorrenti ma come spesso accade le critiche sono inevitabili. Con l’evento Outbreak ci sarà il lancio delle loot box a pagamento all’interno di Rainbow Six Siege. Si tratta ormai di un titolo molto particolare perché guarda di continuo al futuro con un supporto pianificato per ben dieci anni. A difendere l’ingresso delle prime loot box a pagamento ci ha pensato il game director, Alexandre Remy:
“Ho la sensazione che le loot box ricoprano il ruolo dei negozi di souvenir dopo le montagne russe. La nostra regola fondamentale è che non devono avere alcun impatto sul gameplay. Sono molto comprensivo e posso capire i giocatori contrariati da questa introduzione ma allo stesso tempo non credo che stiamo truffando qualcuno, non credo che siamo assolutamente avidi con questa iniziativa“.
In pratica le loot box contengono solo dei cambiamenti cosmetici, ma non sono mancate comunque le critiche da parte della community di Rainbow Six Siege. La prova del nove avverrà all’inizio di marzo, quando queste casse premio saranno inserite effettivamente nel gioco: che alcuni dei 27 milioni di utenti abbandoneranno il gioco proprio a causa di questo? Noi speriamo di no, perché Rainbow Six Siege è davvero valido, cresciuto tantissimo nell’ultimo anno.