Shonda Rhimes dall’accordo con Netflix alle molestie e relazioni sessuali sul lavoro, le dichiarazioni al TCA 2018

Ospite al TCA 2018 a Pasadena, parla Shonda Rhimes: dal contratto con Netflix al movimento #MeToo, le dichiarazioni della showrunner di Grey's Anatomy

Shonda Rhimes

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Oltre che presentare le nuove serie For The People e lo spin-off di Grey’s Anatomy, Shonda Rhimes al TCA 2018 – Winter Press Tour di Pasadena ha risposto ad una serie di domande sulla stretta attualità, sia personali che generali.

La showrunner di Grey’s Anatomy e Scandal ha fatto chiarezza sul suo accordo con Netflix, confermando che resterà comunque legata alla ABC per tutta la durata dei cinque show attualmente in produzione per l’emittente generalista, nonostante il contratto milionario di esclusiva con Netflix per nuove serie sia già operativo.

La Rhimes, che ha firmato un contratto pluriennale lo scorso agosto col colosso dello streaming, continuerà con la sua società di produzione a curare la realizzazione di Grey’s Anatomy, il suo spin-off sui pompieri ancora senza titolo, Scandal (in conclusione ad aprile), How To Get Away with Murder e For The People.

Penso che ci sia un equivoco. Siamo già su Netflix e siamo su ABC. Il nostro accordo con Netflix è già iniziato. Non è che faremo le valigie e porteremo via gli scatoloni per trasferirci in un altro luogo in un momento prestabilito. Siamo qui. Abbiamo cinque spettacoli alla ABC. Ne stiamo sviluppando un altro. Siamo davvero felici dove siamo… Non andremo da nessuna parte. È come dire che ho cinque figli e me ne vado da qualche altra parte. Non è che ci sia una data di separazione o qualcosa del genere.

D’altronde la Rhimes ha sempre chiarito presto che sarebbe rimasta coinvolta nella produzione dei suoi titoli per la ABC, così come confermato dal presidente della rete Channing Dungey che però invita anche a guardare ad ABC come fucina di nuovi talenti.

Nel corso del tempo ci sono state persone che si chiedevano come avremmo potuto sopravvivere senza Aaron Spelling, senza Steven Bochco, senza JJ Abrams. Ora stanno chiedendosi come faremo a sopravvivere senza Shonda Rhimes. La cosa bella è che c’è sempre un nuovo talento che emerge. Questo darà loro l’opportunità di porsi ancora di più sotto i riflettori.

Dopo l’esplosione del caso Weinstein, la diffusione mondiale del movimento #MeToo premiato anche da TIME come “Persona dell’Anno” e la nascita del fondo di assistenza legale Time’s Up Now sostenuto proprio dalla Rhimes, era inevitabile che le fossero sottoposte domande sul tema delle molestie sessuali nel mondo dello spettacolo e più in generale negli ambienti di lavoro.

In particolare, le è stato chiesto se la rappresentazione tv di luoghi di lavoro in cui si innescano continuamente relazioni tra subordinati e responsabili, come in Grey’s Anatomy ma anche in tutte le altre sue produzioni, non sia da ripensare alla luce del mutato clima intorno alla rivendicazione dei diritti delle donne.

Shonda Rhimes non è preoccupata che i personaggi degli spettacoli Shondaland siano coinvolti in relazioni personali sul posto di lavoro, nonostante il tema caldo di questi mesi, perché la differenza tra molestie e relazioni consensuali è ben chiara: “Non trovo che molestie e abusi sessuali sul posto di lavoro siano un terreno delicato. Penso che sia molto chiaro cosa sia appropriato e cosa no” ha risposto la Rhimes, aggiungendo di essere d’accordo sul fatto che “il lavoro non è il posto adatto per il romanticismo, ma non è nemmeno un posto in cui sparare alle persone in faccia. Un sacco di cose che vengono mostrate in questi spettacoli non sono appropriate per il mondo reale“.

La citazione della Rhimes semba riferirsi al celebre finale della sesta stagione di Grey’s Anatomy in cui venne messa in scena una sparatoria in ospedale, o ai tanti colpi di scena in Scandal o HTGAWM in cui i luoghi di lavoro si trasformano in pericoli di morte, ricordando come gli scopi drammatici della serialità non riflettono necessariamente il modo in cui il mondo reale dovrebbe essere. Si torna dunque al tema della necessità per la tv di essere o meno didascalica, educativa, già affrontato in Italia con Gomorra e in altri paesi del mondo con altre serie come Narcos, ma la Rhimes sembra volersi scrollare di dosso responsabilità che pure in passato le sono state attribuite – in senso positivo – per la sua capacità di trattare efficacemente temi importanti come la cultura LGBT e la lotta alle discriminazioni di genere.