Il pericolo di andare incontro a rimodulazioni TIM nel corso del 2018 è concreto, a maggior ragione dopo la conferma che gli operatori dovranno attenersi alla normativa sulla fatturazione mensile abbandonando quella a 28 giorni. Abbiamo già affrontato la questione nel periodo natalizio, con un approfondimento che oggi 8 gennaio va assolutamente ripreso considerando sia le prime mosse da parte dello stesso operatore, sia l’approccio avuto da determinate associazioni intenzionate a limitare questo fenomeno.
Cosa sta avvenendo esattamente in Italia? Come molti sanno, al momento non abbiamo ancora la certezza massima sulle rimodulazioni TIM a causa dei clienti consumer, considerando il fatto che i vari operatori avranno tempo fino ad aprile per adeguarsi all’attuale normativa. Allo stesso tempo, però, va detto che la stessa compagnia telefonica ha già fatto questo step con il settore business, adottando un approccio che sta preoccupando tutti.
Le rimodulazioni TIM in questione, infatti, hanno previsto degli aumenti tali da assicurare all’operatore entrate come se i rinnovi fossero ancora diluiti su tredici rinnovi annuali. Insomma, da un punto di vista economico per i primi clienti coinvolti non è cambiato un bel niente con il ritorno alla fatturazione mensile. Sarà così anche per il mobile coi privati? Nulla di ufficiale, come accennavo in precedenza, ma se i presupposti sono questi, è difficile immaginare uno scenario diverso per gli utenti.
Ecco perché il Movimento Difesa del Cittadino si sta già muovendo per evitare uno scenario di questo tipo, ribadendo anche la necessità che TIM eroghi i rimborsi previsti per legge ai clienti di Rete fissa che in questi mesi hanno pagato più del dovuto con la fatturazione a 28 giorni. La compagnia telefonica ha fatto ricorso al TAR e questo lascia pensare che prossimamente vivremo mesi di passione con le rimodulazioni TIM.