Bufera sul concorso INPS e certificazioni inglese B2: Boeri denuncia falsi attestati e TAR fa marcia indietro

Tito Boeri da seguito alla denuncia di Striscia mentre il TAR cambia idea. Situazione alquanto complessa al momento.

Tito Boeri

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Ancora tutta in divenire per il concorso INPS la questione relativa alle certificazioni d’inglese B2: tanto criticate per la selezione pubblica, queste sono state raggirate con falsi attestati venduti dai centri di formazione ma allo stesso tempo il criterio di selezione è stato pure impugnato dal TAR come illegittimo. Con la chiusura del bando lo scorso 27 dicembre, le polemiche sembravano tutte terminate ma così non è stato e la vicenda si è voluta verso inaspettati sviluppi.

Il presidente dell’INPS Tito Boeri , presa conoscenza dell’inchiesta del TG satirico di Canale 5 Striscia la Notizia, ha presentato denuncia al Tribunale di Napoli ed alla Guardia di Finanza per il più che presunto commercio illecito di false certificazioni di conoscenza della lingua inglese da parte di alcuni centri di formazione privati (per il momento della sola regione Campania ma l’indagine potrebbe certo espandersi). Boeri giustamente vuole vederci chiaro su quello che è un vero e proprio reato per la presentazione di certificazioni che attestano il falso e ci tiene pure a ribadire che in sede di concorso verrà effettuata una prova scritta articolata per la lingua ma anche una orale altrettanto approfondita.

Sempre in riferimento al concorso INPS e la certificazione B2, proprio il TAR che lo scorso dicembre aveva dato esito positivo alla richiesta  di una potenziale candidata  alla selezione senza l’attestato di lingua inglese, dichiarando il requisito in questione illegittimo, ora fa invece marcia indietro  nei confronti di un ricorso collettivo, affermando che l’istanza non è suscettibile di accoglimento. In poche parole il Tribunale amministrativo del Lazio ci ha ripensato sulla presunta illeggittimità del certificato e non ammette neanche le lamentele dei cittadini  unitì contro l’unica modalità di invio della domanda alla selezione per mezzo telematico e non per via tradizionale, magari con raccomandata.  A seguito di quest’ultima decisione le polemiche non mancheranno, c’è da scommetterci.

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