Vodafone presto cesserà le rimodulazioni dei piani a 28 giorni: cambio fatturazione anche per TIM, Wind e Tre?

Parla l'AD Aldo Bisio per l'operatore rosso che anticiperà tutti i rivali. Una mossa strategica per riconquistare i clienti.

Aldo Bisio

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Complimenti a Vodafone con la quale le rimodulazione dei piani dei clienti a 28 giorni saranno presto un lontano ricordo, almeno stando alle dichiarazioni dell’AD Aldo Bisio di queste ore. La fatturazione standard a 30 giorni sarebbe pronta a tornare in auge, in maniera “spontanea” prima del più che probabile intervento normativo del Governo. Cerchiamo di capire quali siano i fili che hanno mosso la scelta più che strategica del vettore mobile. Un esempio che spingerà anche TIM, Wind e Tre a fare lo stesso nel breve periodo?

Nelle ultime settimane abbiamo raccontato a più riprese come, dopo la proposta di legge di Michele Meta, presidente della Commissione trasporti, poste e telecomunicazioni, per il ritorno alla fatturazione di 30 giorni anche per gli operatori mobili (dopo quasi due anni di quella a 28 giorni che ha permesso ai vettori di beneficiare di una mensilità in più ogni anno a discapito degli utenti), si sia messo in moto il “carrozzone” dei favorevoli ad una norma di tutela. C’era da aspettarselo: qualcuno ha pensato bene di giocare d’anticipo rispetto ad un’eventuale imposizione di legge, guadagnandoci anche in termini di reputazione. Questo qualcuno è Vodafone appunto.

In una lunga intervista rilasciata al Corriere della Sera, Aldo Bisio, dopo aver affrontato il tema dell’innovazione in riferimento alla gara vinta per il 5G a Milano, ha chiarito le intenzioni del vettore, a prescindere dalle decisioni del Governo, di procedere all’abbandono della fatturazione a 28 giorni e al ritorno (molto presto) a quella a 30 giorni. La dichiarazione ha un grande valore in quanto contiene anche l’esplicita dichiarazione di aver tradito la fiducia dei clienti, peccando di mancata trasparenza nei loro confronti. Per quanto i piani con pagamento a 28 giorni erano allora e sono ancora oggi del tutto legittimi in un contesto di liberalizzazioni, è pur vero che la pratica ha minato il rapporto con gli italiani. Non ci sono dubbi sul fatto che l’operatore abbia voluto solo giocare solo d’anticipo sulle imposizioni del Governo, cercando anche (in questo modo) di mettersi in mostra rispetto alla concorrenza. C’è ora da capire solo se e quando TIM, Wind e Tre seguiranno questo esempio.