Life, Animated, il documentario diretto da Roger Ross Williams stasera in prima tv su Rai Tre alle 21.15, è tratto dal memoir omonimo del cronista premio Pulitzer Ron Suskind. A Owen, il figlio del giornalista, ad appena tre anni viene diagnosticato l’autismo. Il periodo successivo è straziante per i genitori, che vedono il proprio figlio allontanarsi progressivamente, precipitato in un mondo silenzioso, distante e misterioso, la cui chiave d’accesso è imperscrutabile.
Poi, quando ormai Owen ha nove anni, una scoperta casuale, legata al suo unico grande interesse, i cartoni animati della Disney. Il bambino guarda in continuazione i classici dell’animazione, appassionandosi alle vicende di Dumbo, il Re Leone, Bambi. Ma è qualcosa di più d’una semplice passione: Owen ripete le battute dei cartoni animati e, in un certo senso, attraverso quei dialoghi e le vicende dei personaggi immaginari dei film Disney, filtra la propria di esperienza, trovando una modalità attraverso cui dare voce al suo mondo interiore. Le peripezie e le parole di quelle vite di carta diventano il vocabolario grazie al quale Owen, in un percorso tortuoso e tutto da interpretare, riesce a esprimere sentimenti, bisogni, costruire relazioni. Ora, per la famiglia, si tratta di appropriarsi di questa lingua, capirne grammatica e sintassi per riaprire la porta d’una comunicazione dolorosamente interrotta.
Roger Ross Williams aveva già affrontato il tema della diversità in un suo precedente corto documentario con cui aveva vinto l’Oscar, Music by Prudence, che raccontava la storia di un’orchestra composta da disabili, in cui l’arte si dimostra strumento indispensabile per superare difficoltà apparentemente insormontabili. Life, Animated, qualche mese fa anch’esso candidato al premio Oscar, precisa e amplia il medesimo discorso, mettendo insieme il racconto d’una commovente storia personale a una riflessione sul cinema e le arti in generale. Le quali fanno molto di più che gratificarci o educarci alla bellezza. Le arti sono dei dispositivi culturali che costituiscono il tramite tra noi e il mondo, veri e proprio linguaggi che ci offrono parole e sentimenti indispensabili per esprimerci, dare voce a noi stessi, interpretare la complessità del reale.
Le espressioni esagerate, univoche dei personaggi dei cartoni animati consentono a Owen di misurarsi con una versione semplificata e più gestibile della realtà, permettendogli di dare senso al mondo esterno. Una versione semplificata, eppure non edulcorata. Perché come sa chi ha visto anche soltanto Bambi – come dimenticare la traumatizzante morte della mamma del cerbiatto –, nei film Disney ricorre l’intera enciclopedia delle esperienze, comprese le più spiacevoli. Nei cartoni animati, come nelle antiche favole, c’è tutto: paura del cambiamento, senso di abbandono, fallimento, persecuzione. I cartoni Disney non negano il dolore, semmai lo mostrano in una forma depurata esemplare, che aiuta la comprensione e gestione delle emozioni, che vengono inserite in una cornice più ampia, nella quale la sofferenza acquista significato e trova una via d’uscita positiva grazie al lieto fine.
Life, Animated salda il linguaggio documentario all’animazione, contrappuntando interviste e filmini di famiglia con spezzoni di cartoni Disney e animazioni originali (troppo leziose) ispirate a un soggetto autobiografico scritto da Owen. Nell’accostamento di realtà e cartoni, il film riproduce esattamente il modello di esperienza del mondo di Owen, quel mescolamento senza soluzione di continuità tra due linguaggi, fusi tra loro e non semplicemente accostati.
E proprio come un film Disney, Life, Animated cerca insistentemente il lieto fine, assicurandoci che tutti vivranno per sempre felici e contenti. È questo il limite del lavoro di Roger Ross Williams, che tende ad addolcire un po’ troppo la realtà mentre descrive l’Owen di oggi, un ventitreenne prossimo al diploma e alla vita da solo.
La sua vita, in verità, è una sfida tuttora difficile, nella quale i personaggi Disney continuano a costituire una traccia indispensabile per trovare la forza per affrontare nuove prove. Che alla fine è la stessa cosa che capita alle persone “normali”, dato che anche loro reperiscono negli universi narrativi spunti, stimoli, esempi cui ispirarsi nella loro esperienza quotidiana. Nel finale, invitato a tenere una relazione a un convegno sull’autismo, Owen dice che “gli autistici vogliono quello che tutti vogliono”. Perché in fondo non c’è differenza tra i cosiddetti normali e i diversi. Cercano e amano le stesse cose. Per esempio, i cartoni animati di Walt Disney.
Life, Animated (2016) di Roger Ross Williams, stasera in prima tv su Rai Tre alle 21.15.