Con Maltese – Il Romanzo del Commissario Rai1 si appresta a chiudere una stagione di grandi risultati sul fronte della fiction. Il progetto firmato Rai Fiction e Palomar, che segna il ritorno di Kim Rossi Stuart in televisione dopo oltre un decennio di assenza dal piccolo schermo, debutta con la prima di quattro puntate lunedì 8 maggio.
Maltese – Il Romanzo del Commissario è un prodotto dalla vocazione internazionale (co-prodotto con Maze Pictures – ZDF Enterprises e Dramedy Production, che l’ha realizzato per il mercato estero), per la regia di Gianluca Maria Tavarelli.
Sceneggiata da Leonardo Fasoli e Maddalena Ravagli, questo noir all’italiana ambientato negli anni ’70 attraversati dal terrorismo e dall’ascesa del fenomeno mafioso è la storia del commissario Dario Maltese, che nasce a Trapani ma fugge a Roma in gioventù in seguito ad un misterioso evento molto doloroso. Dopo vent’anni molte cose sono cambiate: Maltese torna nella sua città per il matrimonio del suo caro amico d’infanzia, diventato commissario, Gianni Perlata, ma quando quest’ultimo viene assassinato insieme alla compagna incinta, decide di restare a Trapani e fare domanda di trasferimento. In punto di morte l’amico lo investe di una missione, che per Dario diventa ben presto ben più importante, scoprire chi l’ha assassinato e perché. Quella che sembra a tutti “una storia di femmine“, derubricata come il più classico dei delitti passionali, è per Maltese qualcosa di più, probabilmente una ritorsione mafiosa. Ma in una Trapani velata di omertà anche tra le istituzioni, in una Sicilia che preferisce non accettare l’esistenza della mafia ma negarla finché è possibile, Maltese ingaggia una battaglia quasi solitaria, in cui è costretto a convincere i suoi stessi collaboratori, la squadra del defunto Perlata che ha ereditato in quanto nuovo commissario, a battere la pista mafiosa. Ad aiutarlo ci sono il capo della squadra mobile Saverio Mandarà (Antonio Milo), due giovani giornalisti appassionati ed idealisti (Francesco Scianna e Rike Schmid), mossi dalla stessa passione nella ricerca della verità, il questore e amico di famiglia Aldo Saura (Roberto Nobile) che vuole vederci chiaro sull’omicidio Perlata e non cedere ad una generale omertà.
Maltese scoprirà che vent’anni dopo Perlata non era più la stessa persona che aveva lasciato, ma d’altronde non lo è nemmeno lui. Si interrogherà sul passato che avevano in comune e sul presente che li vedeva ormai lontani. Sollevare il velo sulla morte dell’amico lo spingerà in realtà a porsi anche altri interrogativi, ad indagare anche sulla propria storia, a rivivere la dolorosa vicenda di suo padre, motivo del suo allontanamento da Trapani, a riscoprire i suoi demoni interiori che ancora gli tolgono il sonno. Maltese è un eroe tormentato e solo, che in nome del suo ideale di giustizia comincerà a combattere contro i suoi demoni interiori e, contemporaneamente, contro un nemico che a detta di molti nemmeno esiste. Sullo sfondo, una Trapani meravigliosa, selvaggia nel trionfo dei colori della natura e caotica nello sviluppo di una città su cui si estendono interessi economici e criminali.
Il paragone con Montalbano, complice la stessa produzione e regia della serie campione d’ascolti di Rai1, è ovviamente immediato, ma non troppo calzante. In questo caso il ritmo della narrazione procede in modo molto più lento, l’atmosfera è più scura, il registro più drammatico: rispetto al racconto delle vicende dell’eroe di Camilleri, qui non c’è quella vena ironica che a tratti diventa macchiettistica (tranne rare eccezioni). Lo spettatore è inviato ad entrare in punta di piedi in questo mistero che si infittisce scena dopo scena fino a diventare un magnetico enigma. Anche i personaggi entrano in azione a poco a poco, spinti da motivazioni, attitudini e capacità diverse, ma tutti ispirati dall’eroismo civile di Maltese. Più appropriato per Maltese il paragone con il protagonista de La Piovra, il commissario Cattani interpretato da Michele Placido e citato anche in conferenza stampa da Kim Rossi Stuart come uno dei riferimenti usati per costruire la sua interpretazione, in quanto esempio di profonda moralità civile. Rai1, non a caso, ha voluto inserire la fiction nella programmazione del mese dedicato alla legalità.