Ci voleva il sorriso di Jessica Capshaw per illuminare un episodio poco brillante di Grey’s Anatomy 13×03: se non fosse stato per il suo ritorno e per un caso medico decisamente fuori dal comune, il terzo episodio sarebbe passato abbastanza inosservato, perché tutto sommato stagnante dal punto di vista della trama orizzontale. Oltre al rientro di Arizona a Seattle, infatti, poco o nulla è cambiato rispetto al precedente.
Protagonista di I Ain’t No Miracle Worker è stato certamente il caso affrontato da tutti i medici del Grey Sloan Memorial Hospital: una famiglia finita in ospedale dopo essere stata investita da un membro della famiglia stessa durante il funerale del capofamiglia. Insomma, un caso decisamente “familiare” in cui il dramma della morte del padre si incrocia col ritorno della figlia pecora nera della famiglia, colpevole di aver investito i suoi fratelli. E come se non bastasse, la vedova di turno finisce per avere un infarto. Ma la vera sorpresa è che resuscita dopo essere stata dichiarata morta, poco prima di finire in obitorio. Un caso di sindrome di Lazzaro, la riattivazione spontanea del sistema cardiocircolatorio nonostante il fallimento della rianimazione cardiopolmonare. Quelli di sindrome di Lazzaro sono casi più unici che rari e ovviamente non poteva non capitarne uno proprio a Seattle, dove in 10 anni di Grey’s Anatomy sono state esplorate le patologie più assurde. Peraltro la vedova in questione si risveglia di fronte ai figli senza riportare alcun danno neurologico, un miracolo nel miracolo, nonostante il titolo dell’episodio.
Sul fronte delle questioni personali dei nostri, nessun significativo passo in avanti. Alex affronta la delusione di Arizona, sua mentore e punto di riferimento, riuscendo a realizzare che ora deve soltanto lavorare a testa bassa per redimersi (il discorso finale è un chiaro segno di questa volontà); Meredith continua a fingere malamente di non essere interessata a Riggs ma la recita le riesce malissimo; Riggs, dal canto suo, continua a gongolare per l’interesse evidente della Grey e per quel suo tentativo non riuscito di erigere muri tra di loro; Jo continua ad essere inconsolabile e sfiduciata dopo quanto accaduto con Alex, ma sarebbe il caso di non approfondire un minimo le conseguenze su questo personaggio e non lasciarlo a fare da contorno agli altri, come spesso accaduto finora; April è già annoiata a morte nel fare la mamma dopo nemmeno un mese dal parto e questo è abbastanza irrealistico considerando quel che ha passato (e cui il pubblico ha assistito) dopo la perdita del primo figlio, anche se l’incontrollabile sete di bisturi è un tratto distintivo di tutti i medici del Grey Sloan. Stavolta le dinamiche di coppia tra la Bailey e Warren sono risultate più godibili del solito, soprattutto con Ben nei panni del “poliziotto cattivo” col piccolo (ormai neanche più tanto) Tuck. E poi c’è Arizona, stretta tra la rabbia nei confronti di Alex e la solidarietà al suo coinquilino DeLuca: sarà probabilmente lei a tentare una riconciliazione tra i due, essendo l’unica ad essere legata ad entrambi. Ad Arizona anche il compito di mantenere ancora in vita il personaggio di Callie, che resterà off screen in quel di New York con la piccola Sofia: in attesa di capire semmai Sara Ramirez tornerà in Grey’s Anatomy, sarà probabilmente la Robbins l’unico collegamento con questo personaggio ormai uscito di scena.
https://youtu.be/iR7oOukSbJ4
https://youtu.be/0W05eiT37lo
Un dato su tutti è certo, dopo quest’episodio viene da chiedersi quanto ancora il pubblico dovrà farsi carico delle lamentele di Maggie: gli autori sembrano ormai non sforzarsi nemmeno nel provare rendere questo personaggio piacevole o perlomeno digeribile. La sua regressione allo stato adolescenziale dopo il rifiuto di Riggs è talmente noiosa e a tratti ridicola da risultare fastidiosa. Nemmeno averla inserita nella costruzione di quella che sarà la storia d’amore principale d’ora in poi, rende la Pierce apprezzabile: non è credibile come personaggio di primo piano, ma nemmeno come (pseudo)antagonista della Grey.
Quest’ultima, dal canto suo, è ormai calata nei panni della donna autosufficiente che non ha bisogno di nulla: Amelia ha ragione nel dire che Meredith “non dimentica, sotterra i problemi”, cerca di superarli lasciandoli sotto il tappeto, ma questi “si ripresentano sempre”: è quello che è successo tra loro due nell’undicesima e dodicesima stagione e che probabilmente succederà ancora. Questo è il segno che probabilmente Amelia conosce Meredith più di quanto la stessa Grey ammetterà mai. La dimostrazione della tesi di Amelia è nella scena in cui Riggs chiede a Meredith se sogna mai di ricevere un miracolo, come quello del ritorno in vita della paziente di quest’episodio. E Meredith, che normalmente si rifiuta di parlare con chiunque di quel che prova (ad eccezione della sua “persona” Karev), confessa a Riggs di sognare Derek che torna a casa dicendole di aver perso le chiavi e scusandosi per essere stato via così tanto tempo. Se c’è una scelta evidente da parte degli autori nella scrittura della nuova storia tra Meredith e Nathan è la volontà di non perdere il legame col passato di entrambi: da un lato Riggs non ha mai dimenticato Megan, d’altronde non si è nemmeno arreso all’idea che sia morta visto che il suo corpo non è stato recuperato, e dall’altra Meredith, che per quanto sotterri i problemi come dice Amelia, ammette di non aver mai superato la perdita dell’amore della sua vita. Ed è così che Grey’s Anatomy continua a onorare la memoria del personaggio di Derek Shepherd, un po’ per ruffianeria nei confronti del pubblico che ancora non accetta l’uscita di Patrick Dempsey dal cast e l’introduzione di un nuovo interesse amoroso per la protagonista, un po’ per mantenere quello organicità di riferimenti e rimandi tra presente e passato che ha sempre fatto parte della serie. La sindrome di Lazzaro è anche un po’ la metafora di Grey’s Anatomy: dato per morto più volte, il medical drama di Shonda Rhimes ha continuato a risorgere anno dopo anno, fino a confermarsi lo show più visto del giovedì sera anche con la tredicesima stagione. Quella frase di Riggs a Meredith sul finale (“Tutto può succedere“), sembra proprio essere l’auspicio di una stagione di miracoli più che di drammi.
https://youtu.be/1jxVbhHrFAE
Nel prossimo episodio per Meredith e Nathan si passerà dal corteggiamento allo scontro, con i primi problemi in corsia legati alle loro vicende personali (trama e foto 13×04). Dopo un episodio piuttosto piatto, lo scossone previsto nel quarto appare necessario.