I problemi per Pokémon Go non sono solo quelli relativi ai down dei server Niantic quando particolarmente affollati. Non sono pochi i detrattori dell’app/gioco del momento e per svariati motivi: dopo la denuncia del Codacons, ecco intervenire sulla vicenda anche il Garante della Privacy.
Se, come già raccontato, il Codacons mette in luce soprattutto i rischi in cui possono incorrere i giocatori a caccia di Pokémon durante la guida o camminando per strada per la poca attenzione dedicata all’ambiente circostante, il Garante della Privacy ci tiene a sottolineare come tramite l’applicazione, Niantic conserva fin troppi dati sensibili dei giocatori.
Non è un mistero che Pokémon Go raccolga ogni attimo della nostra vita, intendo ogni nostro movimento nelle sessioni di gioco. Quando siamo alla ricerca di una palestra o di qualsiasi altro luogo d’interesse, il GPS del nostro smartphone tiene conto degli spostamenti per i fini del gioco ma soprattutto conserverebbe questi dati e ora il Garante della Privacy si chiede quanto questo possa avere riscontri negativi sulla vita delle persone.
Una cosa da non sottovalutare, poi, è il fatto che, a caccia di Pokemon, presi dall’euforia del momento, si rischi di invadere proprietà private come giardini e cortili. Per quanto i nostri eroi risiedano quasi esclusivamente in luoghi pubblici, non sono stati rari casi di palestre di Pokemon appunto, spuntate sullo spiazzo davanti casa o in altri luoghi altrimenti non aperti al pubblico. Magari c’è pure chi ha deciso di sfruttare la cosa commercialmente, ma come devono comportarsi invece tutti coloro che non vogliono vedere infranta la propria vita privata?
Vedremo se il Garante della Privacy ora andrà avanti in questa sua lotta personale per il blocco di Pokemon Go. Certo che avrebbe non poca compagnia con il Codacons e altri soggetti ostili al gioco.