È il 23 giugno e oggi, dopo un lungo parlarne, è il giorno del referendum a Londra: si vota per restare nell’Unione Europa, oppure per lasciarla. Sarà Brexit, o sarà il Remain a trionfare?
Mentre il mondo si pone questa domanda, dato che l’esito del referendum potrebbe scuotere non poco i delicati equilibri tra gli stati europei, arriva un piccolo allarme anche per gli appassionati di serie tv, e in particolare per i fan di Game of Thrones.
Come riporta Il Corriere della Sera, infatti, secondo David Francis di Foreign Policy l’uscita dall’UE da parte del Regno Unito porterebbe ad un taglio di budget per la più famosa serie di HBO che, per le scene girate in Irlanda del Nord, ha potuto attingere proprio ai fondi europei per lo sviluppo regionale. Niente UE, niente fondi UE.
La notizia potrebbe far accapponare la pelle, soprattutto a chi segue religiosamente Game of Thrones e sa benissimo che le location ricavate dai paesaggi irlandesi sono davvero tante, come testimonia l’immagine qui sotto.
Va detto, tuttavia, che se tutto andrà secondo i piani degli showrunner David Benioff e D.B. Weiss di Game of Thrones ci saranno solo altre due stagioni, che per di più saranno molto più corte delle precedenti sei: si parla di tredici episodi in totale, sette nella settima e sei nell’ottava stagione.
Se dovesse trionfare lo schieramento Brexit, e se dunque il Regno Unito dovesse davvero uscire dall’Unione Europea, l’effetto non sarebbe certo immediato: ci vorrebbero anni a rendere definitivo il “divorzio”. Come riportato da La Stampa, il Regno Unito avrebbe due anni di tempo per fissare termini e condizioni dell’uscita dall’UE: fino ad allora dovrà continuare a sottostare alle regole europee. Due stagioni si girano in due anni, quindi c’è ragione di credere che Game of Thrones non verrà in alcun modo intaccato dalla questione.
Gli appassionati de Il Trono di Spade possono quindi dormire sonni tranquilli, anche se ciò non toglie che effettivamente molte produzioni cinematografiche e televisive britanniche si avvalgono di fondi messi a disposizione dall’UE: non a caso, quasi tutti gli attori, produttori e figure del mondo spettacolo si sono schierate contro la Brexit.