Vasco Rossi svela 4 sorprese del Live Kom 016 all’Olimpico di Roma: i brani variabili in scaletta

nella videochat del Tg1 Vasco Rossi racconta cosa ha in serbo nella scaletta del Live Kom 016 all'Olimpico di Roma

Vasco Rossi, scaletta Live Kom 016

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Alla vigilia del debutto del LiveKom 016 all’Olimpico di Roma, che parte ufficialmente il 22 giugno, Vasco Rossi ha presentato il nuovo show ospite di Vincenzo Mollica nella videochat del Tg1.

In occasione dei suoi attesissimi concerti romani (22-23 e 26-27 giugno), Vasco Rossi ha promesso “4 serate per quattro sorprese“, con una scaletta in parte variabile che vedrà l’innesto di 4 canzoni speciali, una per ogni sera.

Nel tentativo di mettere insieme buona parte del suo immenso repertorio, il rocker ha spiegato a Mollica di aver scelto un modo per non lasciare fuori dalla scaletta alcuni brani amatissimi dal pubblico e, al contempo, inserirne altri non cantati dal vivo da diversi anni.

Ci sarà una canzone diversa tutte le sere perché alla fine rimanevano fuori dei pezzi che mi dispiaceva non fare. E così ho deciso: una sera faccio Sally, una sera Un senso, una sera Vivere e una sera Senza parole. Ci saranno anche altre sorprese che non dico, perché altrimenti che sorprese sono?

La videochat è poi proseguita con un Vasco come un fiume in piena sul rito del Live Kom.

Quando scrivo canzoni racconto cose che vedo, sento e ho dentro e chi le ascolta prova le stesse sensazioni, racconto emozioni mie che sono di tutti. Quando le canto sul palco in realtà torno nel momento in cui le ho scritte, nella stessa condizione, e le parole non le leggo o le ricordo, vengono fuori come quando le ho scritte. Quando trovo quella condizione lì di emozione, tutto quadra. Il movimento, l’espressione, la comunicazione. Poi provare la stessa emozione in contemporanea in 100mila è talmente grande che è come una catarsi, ci si sfoga, ci si sente meno soli nella stessa condizione. Cantando racconto le mie debolezze confessando spudoratamente cose che non confesserei nemmeno ad un amico perché mi vergogno, non cerco di scrivere canzoni che piacciano o siano giuste, ma quando racconto una debolezza è come ritrovarla in un amico, si è in due e non ci si sente più soli. Il problema è sentirsi solo nei difetti, quando sai che ce l’hanno anche gli altri, la condivisione aiuta.

La canzone, per Vasco, è ancora oggi il modo principale di esprimere un disagio e di farlo in modo sincero.

Le bugie? Nella vita e nelle interviste le racconto, al mattino faccio preparazione atletica di balle, ma non lo faccio nelle canzoni. Altrimenti non sarebbe una produzione artistica. Le canzoni sono un modo per comunicare, ne ho bisogno. Le sensazioni poi mi tornano indietro dal pubblico. Non sono né un maestro né un cattivo maestro, io quando canto metto ironia, chi non lo capisce fa parte di quei moralisti che un tempo avevano paura delle cose che raccontavo, ma erano cose vere, che esistevano nel mondo, non c’era nulla di inventato. Inizialmente le canzoni le scrivevo per divertirmi, le prime facevano schifo in confronto a quelle degli altri. Erano esperimenti, negli anni ’70 sono cresciuto con i cantautori italiani e vedevo la differenza da loro, poi a poco a poco ho cominciato a pensare che avrei potuto scrivere belle canzoni, ma che avrei avuto un pubblico di nicchia, mi sono sempre sentito fuori dalla massa.

I concerti estivi del Live Kom sono ormai un appuntamento fisso degli ultimi anni, le sole occasioni in cui Vasco Rossi si concede al pubblico. Stavolta lo farà con uno storico poker solo all’Olimpico di Roma, dopo la data zero di Lignano Sabbiadoro, mentre per il prossimo anno prepara uno storico evento per il quarantennale.

Mi preparo tutto l’anno per questi concerti, la prima sera a Lignano ero preparato per certi movimenti d’entrata, poi mi sono distratto a vedere il pubblico, non ho capito un cazzo! E alla fine non ho fatto nulla di ciò che avevo previsto, ma il pubblico è talmente entusiasta tutte le volte che vede fortunatamente ciò che vuole vedere. Lavoriamo alla scaletta mesi prima, quando il progetto sta ancora nascendo, la scaletta racconta lo stato di Vasco Rossi adesso. Il concerto di quest’anno è diverso dall’anno scorso, nonostante ruoti ancora intorno all’album Sono innocente (Sai ho fatto un album da 15 tracce e pensavo di aver esagerato, poi Jovanotti ne ha fatto uno da 30, è irraggiungibile, sono rimasto di merda!). Quest’anno ad esempio ho inserito Lo vedi e Lo show che da anni non facevo: lo zoccolo duro le chiedeva da un bel po’ ed è la volta giusta. Un gran bel film è da tato che non la facevo, mi diverto tanto a cantarla: è una canzone attualissima a sentirla oggi. Sono orgoglioso e fiero delle mie canzoni perché sono venute bene, anche se poi ho molti problemi dal punto di vista umano e personale (ride, nda).

Il rocker ha assicurato che il 4 sarà un numero ricorrente nei prossimi mesi (uscirà anche una raccolta con 4 dischi in occasione del quarantennale di carriera): “Il 4 è un numero magico: 40 anni di carriera, 4 concerti a Roma, 4 sorprese nei concerti“. Entusiasta del ritorno nella Capitale, Vasco la guarda con occhi da turista. Al punto che durante l’intervista registrata per il TG1 ha accennato anche qualche verso di “Roma non fa la stupida stasera”.

Roma è una città straordinaria: quando si arriva dalla provincia sembra un altro mondo. I palazzi, la gente, la vivacità, i colori, dite che ci sono molti problemi ma io vedo un mare di curve… poi ci saranno delle buche, ma resta una città straordinaria, in cui ho anche dovuto aspettare per arrivarci. All’inizio facevo concerti al Nord (i milanesi erano pazzi di Colpa d’alfredo) ma Roma è arrivata un po’ dopo per me, con Vita spericolata.

In fine un in bocca al lupo alla Nazionale italiana, che giocherà proprio durante il primo concerto del Live Kom 016 all’Olimpico.

Quando l’Italia ha vinto nell’82 ero dal meccanico, ero l’unico a non averla vista, se non vedo la partita porto bene! Le partite sono un po’ la sublimazione della guerra, mentre il concerto rock è un rito pagano, di ‘comunione e liberazione’: uso parole usate in passato da altri in modo diverso, ma è così, sono serate di emozioni forte e gioia, in un mondo parallelo che è quello della canzone.