“Grande disagio e tristezza”, afferma Giovanni Malagò, presidente del Coni. “Fottuti idioti”, commenta il presidente della Roma James Pallotta. “Non capisco come sia potuto accadere”, esclama il presidente della Figc Carlo Tavecchio.
Unanimi la rabbia e la condanna dei vertici del calcio dopo gli striscioni esposti dagli ultras romanisti contro la madre di Ciro Esposito, il tifoso ucciso negli scontri della finale di Coppa Italia Roma-Napoli lo scorso anno.
Condanne culminate nella sospensione di un turno inflitta alla curva sud romanista. Ma può bastare?
Abbiamo sentito le opinioni di Alex Morte Fanlo, studente di Barcellona che ha appena iniziato la sua avventura Optima Erasmus proprio a Roma, e grande appassionato di calcio.
Ciao Alex, so che tu conosci molto bene il mondo del calcio, anche in Spagna esistono fenomeni di vandalismo e violenza tra squadre diverse? Quali sono le rivalità più importanti?
In effetti, il calcio è uno dei fondamenti della mia vita dato che mi ha plasmato come persona e mi ha insegnato valori fondamentali come l’amicizia, lo spirito di gruppo, il lavoro e il sacrificio, e il rispetto per i coetanei e rivali.
Tuttavia, per quanto riguarda la violenza negli stadi, purtroppo anche in Spagna ci sono stati numerosi atti di vandalismo nel mondo del calcio. Senza andare troppo indietro nel tempo, 5 mesi fa è morto un tifoso del Deportivo La Coruña in una rissa contro gli ultras dell’Atletico Madrid subito prima di una partita, senza contare i numerosi ferimenti di minore gravità.
In Spagna, le rivalità più importanti si verificano sempre nei “derby” tra squadre della stessa città. Tra le rivalità più importanti cito ad esempio Betis Siviglia-Real, Atletico Madrid-Real Madrid e Deportivo Coruna-Real Celta de Vigo. Ma più importante di tutti il grande classico del calcio moderno e contemporaneo, che contrappone due dei più grandi club del mondo sotto tutti gli aspetti, FC Barcelona e Real Madrid.
Tu stai trascorrendo il tuo Erasmus a Roma, hai conosciuto dei tifosi romanisti? Pensi che la passione per il calcio si viva più intensamente in Italia che in Spagna?
Naturalmente ho incontrato molti tifosi italiani di calcio di tutte le squadre, tra cui Roma, Lazio, Napoli e Juventus, con i quali ho potuto discutere vari argomenti e punti di vista diversi. Sono persone molto tranquille con cui, pur tifando club differenti non c’è mai stata alcuna tensione.
Spagna e Italia sono paesi che hanno legami comuni tra le loro culture, a causa della vicinanza geografica nel Mar Mediterraneo, la gastronomia, le differenze tra nord e sud … e naturalmente anche la passione dei fan di entrambi i paesi per il calcio è la stessa. Lo viviamo in maniera molto passionale, a volte troppo intensamente, qualcosa che provoca purtroppo questi conflitti tra diverse squadre. Per entrambi i paesi il calcio è uno dei pilastri fondamentali, sia economicamente che socialmente e ideologicamente. Pertanto, non saprei scegliere quale dei due paesi vive più intensamente questo sport.
I fan della curva sud della Roma sono stati penalizzati nella prossima partita, credi che questa sospensione basti o sia utile in qualche modo per fermare la violenza degli ultras? Quali sono le misure adottate in Spagna per fermare questo fenomeno?
Prima di tutto, la mia posizione sulla violenza nel calcio è categoricamente contraria. Ho una visione del calcio come uno sport nobile, che nel tempo ci ha insegnato valori e ci ha regalato bei momenti, e questa visione non può essere incancrenita dal vandalismo e dagli ultras violenti delle varie squadre. Ogni persona segue fedelmente la sua squadra e, ovviamente, la pensa diversamente rispetto ai tifosi degli altri club, ma questa disparità di opinioni dovrebbe al massimo essere fonte di dibattito, non di violenza.
La sospensione di un turno agli ultras della curva Sud non è sufficiente, né lo sarà in futuro per la fine del teppismo negli stadi. Ovviamente non posso che invocare un cambiamento della mentalità dei tifosi per cominciare a vedere davvero la fine di questi comportamenti penosi, perché il problema è di dimensioni troppo grandi perché finisca con una semplice sanzione.
In Spagna sono state prese misure cautelative in seguito alla morte del tifoso del Deportivo pochi mesi fa, come aumentare la sicurezza nei match di massima tensione o reprimere canti e striscioni o altri atti che incitano alla violenza. Già si cominciano a vedere, almeno in Spagna, i primi segnali di miglioramento, ma la strada per la completa fine delle violenze sarà lunga e difficile.
Nel mondo del calcio questa frase di Jean Paul Sartre dovrebbe essere presa alla lettera:
“La mia libertà finisce dove inizia quella degli altri”.