Arisa ha preso atto delle polemiche suscitate da uno scatto che ha pubblicato su Facebook negli scorsi giorni e si è detta “interdetta”.
La cantante è stata costretta a rinunciare al concerto di Capodanno che avrebbe dovuto tenere il 31 dicembre a Francavilla al Mare (Chieti) ma questo non è bastato: contro di lei si sono scagliati fan, animalisti e ambientalisti a causa di una foto pubblicata dalla stessa artista sui suoi social ufficiali.
La cantante si è fatta immortalare nel freddo di Potenza mentre fingeva di spingere un carrello dei gelati. Il post simpatico e divertente dell’artista è stato rovinato dalla polemica che ha suscitato la pelliccia che indossava nello scatto.
Nelle scorse ore, l’artista ha chiarito la situazione (o almeno ci ha provato), utilizzando toni duri ma dicendosi anche dispiaciuta per aver urtato la sensibilità di fan e non fan, particolarmente attenti alla questione.
“Mi dispiace tanto di aver infervorato i vostri animi sensibili per la mia pelliccia […] È da tanto tempo che mia madre cerca di rifilarmela in tutte le salse perché è un regalo di mia Zia Carmela ed è calda. L’ho sempre ritenuta un pò eccessiva ma l’altro pomeriggio battevamo i denti dal freddo, l’ho tirata fuori dall’armadio e l’ho messa. Giallina è un pò consumata, non mi è mai sembrato un pezzo di lusso e non penso proprio che mia a Zia Carmela sia mai saltato in mente di spendere dei soldi per una pelliccia vera visto che le priorità nella mia famiglia sono sempre state ben altre.. Il cibo, per esempio”.
Con queste parole inizia il lungo messaggio di Arisa ai fan. La cantante parte spiegando che non crede che il capo sia vero e prosegue sottolineando che però non c’è alcuna etichetta che attesti l’autenticità del pelo, ma neanche il contrario, quindi non conosce la provenienza della pelliccia.
Poi arriva un rimprovero per tutti:
“Comunque il livello d’intolleranza e l’aggressività di certi commenti mi lascia sempre un pò interdetta.
Sarei tanto curiosa di fare un giretto nei vostri armadi.
Quanti di voi non posseggono neanche un piumino d’oca, una cintura o delle scarpe di pelle?
Io ce le ho delle pellicce a casa mia probabilmente alcune non sono ecologiche e altre no, ma la più giovane ha 40 anni, sono un’appassionata di vintage e per me un capo degli anni ’70 è un’opera d’arte. Fatevene una ragione. Indosso ogni tanto dei capi pelosi, ma non li uccido e non li compro di prima mano. Li indosso e continuerò a farlo,perchè qualcuno li ha già uccisi e acquistati tempo fa e buttarli via sarebbe un’ulteriore sacrilegio”.
Il messaggio è firmato: #roslosquartatore.
Un lungo messaggio dai toni pacati – ma allo stesso tempo poco tolleranti – nei confronti di chi ha l’assoluta necessità di criticare sempre tutto basterà per mettere a tacere questa e altre polemiche una volta per tutte?