Questo è un progetto che a prima vista verrebbe da definire “strano”, ma già così, probabilmente, partirei con il piede sbagliato, tradendo un mio personalissimo punto di vista a riguardo.
Certo è che se ci si trova a confrontare Mary’s Land – Terra Di Maria con la maggior parte dei prodotti cinematografici, una sua diversità di genere e di (mi si perdoni il gioco di parole, solo apparentemente blasfemo) genesi, è quanto meno evidente.
Il lavoro è firmato dallo spagnolo Juan Manuel Cotelo (scritto da Juan Manuel Cotelo e Alexis Martínez) e interpretato da Clara Cotelo, Juan Manuel Cotelo, Lola Falana, Rubén Fraile, Carmen Losa, Luis Roig, Lucía Ros, Emilio Ruiz, Elena Sanchez.
La terra di Maria è un film testimoniato che, per certi versi, potremmo definire anche una sorta di documentario. C’è anche una trama di per sé: i personaggi sono quelli religiosi di Adamo ed Eva, Lucifero, Maria madre, Gesù, etc. c’è poi l’avvocato del diavolo, in senso lato e come personaggio vero e proprio, che indaga su un tema portante. In modo molto chiaro lo spiega la sinossi ufficiale del film:
“L’Avvocato del Diavolo riceve una nuova missione: interrogare, senza paura, chi confida ancora nelle ricette del Cielo. Sono dei truffatori? O dei truffati? Se scoprirà che le loro convinzioni sono false, continueremo come abbiamo fatto finora. Ma… se non fosse una favola?”.
Come non rimanere affascinati, o quanto meno incuriositi, da un’introduzione del genere? Che si creda o meno, ci sono domande fondamentali che tagliano trasversalmente l’esistenza di ognuno di noi; nei casi più fortunati almeno una volta nella vita. Perché a ben vedere, interrogarsi sull’esistenza di Dio, qualunque esso sia, non è altro che un interrogarsi sul celeberrimo senso della vita. Il film ovviamente risposte non ne dà, anche se la propensione del continuum volge per una scelta di campo cattolico. Non tragga però in inganno, per chi non crede o per chi di diversa fede, la naturale propensione per la visione delle immagini filtrata da un facile occhio pregiudizievole e miscredente. Le domande che si insinuano dal costrutto cinedocumentaristico, non sono solo di appartenenza religiosa, celano in verità, forse anche inconsapevolmente, germi di dubbi esistenziali che, per quanto di ampissima prospettiva interpretativa, ben si adattano anche a chi proprio fede non ce l’ha.
Sarebbe presuntuoso oltre ogni limite, d’altronde, condensare risposte nel volgere di un lungometraggio, per quesiti che non hanno collocazione spazio temporale. Gli stessi che, probabilmente, vengono posti in dibattiti millenari, trascinati da sadici tormenti interiori tipicamente umani, assetati di pretese e di risposte per ogni perché; spesso cozzano contro un’insindacabile ed imperscrutabile oscura non sapienza. Ad avercele certe risposte…magari. Finchè il dubbio esisterà anche in un solo animo, l’imperfezione dell’umanità continuerà a portare l’intelletto alla ricerca di almeno una parvenza di chiarezza che possa minimamente dissimulare, in un senso o in tanti altri, la ragione di esistere; quella stessa ragione che appare come tutto e, ahimè in casi estremi, come niente o quasi. Mary’s Land – Terra Di Maria, lungometraggio ibrido fra fiction e documentario sarà proiettato in anteprima il 16 settembre a Firenze ed uscirà nei cinema due giorni dopo.
Il trailer: