Ligabue fa infuriare gli avvocati: Il muro del suono finisce sotto accusa

Nell'Italietta delle corporazioni l'ultimo singolo di Ligabue non è passato inosservato: l'indignazione del rocker ha scatenato la reazione degli avvocati

Ligabue: Il muro del suono

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C’è qualcuno che può rompere il muro del suono?” chiede Ligabue nel suo ultimo singolo tratto dall’album Mondovisione. La domanda è retorica, ma lo sono molto meno i versi della strofa della canzone, che hanno scatenato la reazione dell’Unione Giovani Avvocati Italiani.

Nel mirino delle critiche dell’associazone c’è proprio il singolo Il muro del suono, finito sotto accusa per uno dei passaggi più intensi del brano, che è anche un pezzo forte della scaletta del Mondovisione Tour Stadi 2014: “La giustizia che aspetti è uguale per tutti, ma le sentenze sono un pelo in ritardo, avvocati che alzano il calice al cielo sentendosi Dio“.

Un j’accuse preciso nei confronti della giustizia che non funziona e soprattutto di chi, da questo stato di cose, ricava un profitto. A ben vedere quello di Ligabue è in generale un atto d’accusa nei confronti del potere, quello che si autoconserva e si perpetua senza la volontà e la forza di riformarsi. Una lettura della realtà un po’ renziana, se vogliamo, dunque di questi tempi per forza di cose efficace.

I giovani avvocati hanno lamentato un trattamento ingiusto da parte del rocker di Correggio verso la categoria: Il muro del suono sarebbe colpevole di rappresentare la loro “figura come demagogica e non collimante con la realtà“. Il quarto singolo da Mondovisione è quello che insieme a Il sale della terra ci consegna un Ligabue più politico, in cui l’indignazione prende forma attraverso parole scelte con sapienza e un sound finalmente più rock.

Nell’Italietta delle corporazioni e delle caste, però, c’è chi non ci sta: in una nota ufficiale, in perfetto burocratese, l’UGAI fa sapere che nelle ultime settimane l’associazione è stata sommersa da “richieste di intervento dei Colleghi di tutta Italia in ordine al brano ‘Il muro del Suono’, all’interno dell’ album ‘Mondovisione’ del cantante Sig. Luciano Ligabue“.

Pur non negando i mali endemici della giustizia italiana, su tutti la lentezza dei processi, secondo la categoria è inaccettabile quanto sembra trapelare dal brano, ovvero che “gli avvocati brindino a ciò, forse secondo il popolare mantra per cui ‘causa che pende rende‘”, un “assunto che i Giovani Avvocati respingono con fermezza“, come si legge nella nota: “Nondimeno nessuno di noi ovviamente si sente vicino a qualsivoglia divinità, né in linea generale, né tantomeno per la motivazione che sembra filtrare dal brano che è riproposto con molta frequenza sui media e ovviamente anche durante i concerti in tutta Italia“.

L’UGAI ha chiesto un intervento di Ligabue affinché smentisca l’impressione data da Il muro del suono, ovvero che si tratti di un “attacco alla figura ed alla professione di avvocato“. Dal cantante non è arrivata una presa di posizione ufficiale, che ci sembra poi la risposta più corretta: il diritto di critica è un bene primario, gli artisti dovrebbero esercitarlo molto di più e con la massima libertà.