Boyhood è un caso strano, ma molto interessante. Va oltre a Sorelle Mai di Bellocchio, i cui episodi sono stati girati in 6 anni, e supera anche l’idea che sta dietro alla trilogia di Prima dell’alba, Prima del tramonto e Before Midnight, girati tutti a 9 anni di distanza (tra l’altro il regista è lo stesso di Boyhood). Il film, è stato già presentato alla 64esima edizione del Festival di Berlino, ne abbiamo accennato qui, ed ha anche vinto l’ Orso d’argento per la Miglior regia.
Le riprese sono iniziate 11 anni fa nel 2002 e sono terminate nel 2013. Si, non avete capito male: l’idea base del regista e sceneggiatore Richard Linklater, è stata quella di annunciare nel maggio del 2002 il primo ciak, per poi continuare a costruire il film per dodici anni, radunando ogni volta la stessa troupe e lo stesso cast per girare le scene. L’intento, parafrasando il concetto, è quello di girare una sorta di presa diretta fisica, se così si può definire: la crescita dei personaggi coincide, in poche parole, con la crescita reale degli attori.
La trama è incentrata sulla vita del giovane Mason (Ellar Coltrane), a cominciare dagli otto anni, quando frequenta la scuola elementare, fino ai vent’anni, quando entra al college. Il suo scorrere degli anni, ruoterà intorno al rapporto con i genitori divorziati (Ethan Hawke, presente anche nella trilogia citata prima, e Patricia Arquette) e il rapporto conflittuale con la sorella Samantha, seguendo anche i cambiamenti culturali e politici degli anni.
Se ricordate, qualche giorno fa, qui abbiamo immaginato come potesse essere il futuro del cinema fantasticando, insieme a Coppola e le sue proiezioni, rilasciate durante un’intervista. Istintivamente mi verrebbe da associare in qualche modo questa sorta di filosofia di Boyhood al contesto, o meglio al dibattito sull’evoluzione del Cinema. D’altra parte però, mi riesce abbastanza difficile immaginare che l’idea possa prendere piede, per la semplice constatazione riguardo i tempi di uscita, di produzione di un film stesso. Insomma, credo sarebbe difficile coniugare sempre tempi lunghi come nel caso di Boyhood, con quelli più immediatamente usufruibili dettati dalle esigenze di mercato, di botteghino, in poche parole del business. Resta comunque il fatto che l’idea, ovvero l’iniziativa, risulta interessante: immagino che il cast sia andato ben oltre il semplice affiatamento di gruppo. Dopo 12 anni probabilmente recitare un copione in progressione, credo che in qualche modo possa evolversi e somigliare ad una sorta di vita parallela.
È interessante anche la tracklist ufficiale della colonna sonora di Boyhood, rilasciata proprio in questi giorni:
1. Summer Noon – Jeff Tweedy
2. Yellow – Coldplay
3. Hate To Say I Told You So – The Hives
4. Could We – Cat Power
5. Do You Realize? – The Flaming Lips
6. Crazy – Gnarls Barkley
7. One (Blake’s Got A New Face) – Vampire Weekend
8. Hate It Here – Wilco
9. Good Girls Go Bad (Feat. Leighton Meester) – Cobra Starship
10. Beyond The Horizon – Bob Dylan
11. Band On The Run – Paul Mccartney & Wings
12. She’s Long Gone – The Black Keys
13. Somebody That I Used To Know (Feat. Kimbra) – Gotye
14. I’ll Be Around – Yo La Tengo
15. Hero – Family Of The Year
16. Deep Blue – Arcade Fire
Boyhood dovrebbe uscire a luglio nelle sale americane. Se vi interessa, il trailer lo potete trovare qui:
http://youtu.be/XGfivx9TrtU