Quel che sapeva Maisie è la storia di un matrimonio finito, una storia qualsiasi che apparentemente si perde nella banalità, nelle tante storie di divorzi, di matrimoni e di vite di coppie consumate ed andate in malora. Ma è solo l’apparenza. La non banalità è dovuta ad un punto di vista differente, quello della protagonista: non è quello di lui o di lei, nemmeno quello di esperti consulenti e/o psicologi specializzati nelle crisi coniugali, o avvocati addentro alla materia. È il punto di vista della piccola Maisie, figlia contesa da due genitori separati, in guerra tra loro e troppo impegnati a rifarsi una vita nel loro mondo di adulti, per accorgersi della solitudine della loro figlia. E non tragga in inganno, ribadisco, la storia; altri lavori incentrati sul tema in questione, facilmente sono scaduti nella banalità, o quanto meno, nel già visto e sentito.
È la piccola protagonista che rende la differenza e cattura lo spettatore con la sua semplice e tenera saggezza; come quando riesce ad amare gli animali molto più del popolo degli adulti, quasi a voler sottolineare che la presunta incomunicabilità con il suo piccolo zoo, si trasforma invece in una fantastica arena di emozioni rispetto al vuoto emotivo donatogli dagli adulti. Ho amato gli animali infinitamente più di quanto abbia mai amato i miei simili, scriveva Axel Munte, e nella piccola Maisie sembra di ritrovare un po’ della sua poesia.
Cattura ed ipnotizza con armi semplici e spiazzanti Maisie, e lo fa quasi sempre con i suoi silenzi, che lo spettatore non può che ricevere come bellissime confezioni regalo da riempire con spunti e riflessioni. Riflessioni che poi, ahinoi, spesso non sono altro che amare conclusioni sul perché, a volte, perdiamo di vista l’innocenza dei bambini, confondendola con l’immaturità infantile, e senza riuscire a coglierne invece il potenziale di micidiale arma d’amore e da amare. La semplicità è un valore che non bisognerebbe mai perdere d’occhio. Non è smielata l’atmosfera del film; non vuole estirparci commozione o facili applausi strappalacrime, spacciandoli per vittime sacrificabili sul sacro altare del box office. Qui si ascolta e si parla con delicatezza. Qui ci si guarda dentro, al pari dello sguardo semplice e disarmante della piccola Maisie che ci contempla l’anima.
Scott McGehee e David Siegel, hanno diretto il film e l’incantevole Maisie è interpretata da Onata Aprile, al suo esordio cinematografico. Nel cast anche Julianne Moore, Alexander Skarsgård, Joanna Vanderham, Steve Coogan.
Quel che sapeva Maisie, è stato presentato al Toronto International Film Festival nel settembre del 2012; in Italia esce il 26 giugno. Meglio tardi che mai.