Dopo il manifesto femminista pubblicato qualche settimana fa, Beyoncé torna a mettersi in gioco in nome della parità di genere.
Stavolta la popstar ha prestato volto e voce alla campagna #BanBossy, che promuove una petizione per bandire le parole discriminatorie nei confronti delle donne, come quelle che si usano comunemente per definire coloro che si sono realizzate nella vita e che ricoprono importanti ruoli di leadership.
Perché un uomo al potere è “autoritario” mentre una donna è “prepotente“? E’ questa la domanda che si pone Beyoncé nel video della campagna #BanBossy: in inglese la questione di fondo è ancora più evidente, visto che esiste un aggettivo specifico per definire le donne di potere, ovvero bossy. Così quando un uomo raggiunge una posizione di controllo viene definito un boss, ovvero un capo, un leader. Quando una ragazza fa la stessa cosa, è spesso definita bossy, ovvero prepotente.
Di qui la frase che Beyoncé pronuncia nel video della campagna: “I’m not bossy. I’m the boss” (“Io non sono prepotente. Io sono il capo!“) dichiara perentoria la popstar paladina del girl power. Un modo per invitare le ragazze e le donne a non sentirsi inferiori agli uomini, a rivendicare la loro affermazione sociale e a farsi rispettare anche nell’utilizzo delle parole. Si tratta di un’iniziativa in favore di una comunicazione ed una semantica rispettosa della questione femminile, perchè la battaglia per la parità di genere è da combattere prima di tutto sul fronte culturale.
Alla campagna partecipano anche altre star dello showbusiness, come l’attrice Jennifer Garner, l’ex segretario di Stato Condoleezza Rice, la star di Glee Jane Lynch, l’ex Spice Girls Victoria Beckham, la giornalista Christiane Amanpour ed altre. Lo scopo è invitare a firmare la petizione che chiede il divieto di usare la parola bossy per le donne: la campagna è promossa da LeanIn.Org, un’organizzazione nonprofit fondata dalla chief operating officer di Facebook Sheryl Sandberg. Ecco il video realizzato per #BanBossy.
