La morte attende tutti noi. Talvolta lo dimentichiamo, ma la morte è l’orizzonte ultimo della nostra vita. La morte, la fine cioè, dovrebbe aiutarci a rendere preziosi gli attimi – tutti gli attimi – della nostra vita. Invece la morte nella società edonistica viene negata, camuffata, considerata spregevole.
Adoro visitare i cimiteri, come i musei, i luoghi di culto ed i supermercati. Sono i luoghi migliori per comprendere un popolo, la sua storia, la sua visione del mondo e della vita. Adoro i cimiteri dei piccoli villaggi norvegesi. Non c’è separazione tra la città dei vivi e quella dei morti.
Si attraversano le lapidi immerse nel verde per andare a scuola oppure svolgere una commissione. In alcuni viali ci sono addirittura della panchine dove fermarsi a chiacchierare. E’ come se i defunti fossero sempre con noi. Mi piacerebbe che potesse esser così anche nelle grandi città dove purtroppo capita che i loculi somiglino agli scaffali di un supermercato.
In queste giornate che dedichiamo alla commemorazione dei cari defunti, proviamo a riflettere insieme sul mistero della vita e della morte. Proviamo a rimetter in ordine le nostre vite proiettandole verso la fine. Proviamo a rispettare davvero i nostri morti seguendone l’esempio migliore e mettendo da parte ogni vanità delle vanità ché la Morte è una livella!!!
Tu qua’ Natale… Pasca e Ppifania!!!
T”o vvuo’ mettere ‘ncapo… ‘int’a cervella
che staje malato ancora È fantasia?…
‘A morte ‘o ssaje ched”e?… è una livella.‘Nu rre, ‘nu maggistrato, ‘nu grand’ommo,
trasenno stu canciello ha fatt’o punto
c’ha perzo tutto, ‘a vita e pure ‘o nomme:
tu nu t’hè fatto ancora chistu cunto?Perciò, stamme a ssenti… nun fa’ ‘o restivo,
suppuorteme vicino – che te ‘mporta?
Sti ppagliacciate ‘e ffanno sulo ‘e vive:
nuje simmo serie… appartenimmo â morte!
Ma quale Natale, Pasqua e Epifania!!!
Te lo vuoi ficcare in testa… nel cervello
che sei ancora malato di fantasia?…
La morte sai cos’è?… è una livella.Un re, un magistrato, un grand’uomo,
passando questo cancello, ha fatto il punto
che ha perso tutto, la vita e pure il nome:
non ti sei fatto ancora questo conto?Perciò, stammi a sentire… non fare il restio,
sopportami vicino – he t’importa?
Queste pagliacciate le fanno solo i vivi:
noi siamo seri… apparteniamo alla morte!
(Antonio De Curtis, in arte Totò)