Dopo aver perso diverse decine di chili, ho ripreso in mano la racchetta da tennis. Le impressioni iniziali sono positive. Lo stile resta tecnicamente apprezzabile, ma il fisico deve esser ancora tonificato e messo a regime.
Per riprendere fiato tra uno scambio e l’altro indugio nel recupero delle palline. Passano così secondi preziosi, l’avversario si deconcentra ed io posso ricominciare a giocare con ritrovata energia. Va detto che questo sotterfugio raramente muta il destino finale della gara. Al massimo si prolunga la sfida di qualche games.
Ma la pausa tra uno scambio e l’altro libera un tempo prezioso per pensare, nonostante l’apnea agonistica. E’ stupendo liberare la mente e lasciare che i pensieri zampillino liberamente.
La pausa agonistica mi ha illuminato sul valore simbolico del tennis come metafora della vita. Il tennis è uno sport che non consente amnesie, non permette di nascondersi, non concede colpi d’appello. Quando la palle batte due volte a terra, o finisce fuori dalle righe non c’è più nulla da fare. Ogni punto va conquistato e ad ogni punto si ricomincia a lottare. Proprio come nella vita. Ogni istante va vissuto a pieno, ogni errore si paga, ogni punto guadagnato è una conquista sudata. Ma il punteggio del tennis permette di lasciare tutto in gioco fino all’ultimo istante. Non è mai finita, se non quando è finita. Nel calcio se perdi 3 a 0 ad un minuto dalla fine, non hai nessuna possibilità di ribaltare il punteggio. Nel tennis puoi esser sotto di due set, perdere 0-5 ed esser 0-40; eppure punto dopo punto puoi vincere la gara ed il tuo avversario che aveva la vittoria in tasca conoscere l’onta della sconfitta.
E’ bello giocare a tennis considerandolo uno stile di vita, imparando a dare il massimo in ogni scambio senza arrendersi mai alla sconfitta.
Ed il vostro sport della vita ? Quale il cimento agonistico che vi ha insegnato di più ?
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