Adoro viaggiare, per lavoro e per diletto. E le cose che preferisco visitare sono le chiese, i musei, i supermercati. Questi tre luoghi sono i più adatti a comprendere la spiritualità, il senso storico e culturale, la vita pratica della comunità visitata. Non manco mai dunque di programmare le mie giornate segnando tali ragguardevoli monumenti nel mio personale taccuino di viaggio.
Ed a proposito di musei ne ho, di recente, scoperti due molto interessanti: il Museion di Bolzano ed il Mart di Rovereto. Sono due edifici hi-tech consacrati alle esposizioni d’arte moderna e contemporanea. Ne raccomando la visita per la qualità degli artisti e delle opere in visione.
L’arte esige attenzione e rispetto. Ho le mie preferenze ma apprezzo tutti i generi ed i periodi storici; dalla pittura rupestre agli impressionisti, da Fidia a Pistoletto. Talvolta, però, l’arte moderna riesce a generare imbarazzo. La scomposizione delle forme, l’utilizzo di materiali originali, l’astrattezza delle composizioni induce in tragicomici errori. E’ successo di scambiare la sedia del custode per un capolavoro della transavanguardia e dei materiali ammonticchiati durante un allestimento per la performance creativa di un post-moderno.
Non sono mancate le foto e qualche tentativo di dotta recensione di questi materiali prima che qualche addetto svelasse l’arcano. Ma in fondo l’espressività ha diritto ad assumere forme molteplici ed anche lo spettatore può scorgere nessi artistici in materiali disposti casualmente sul suo cammino.
In fondo l’arte è dialogo spirituale. Ed anche il custode o l’allestitore possono coltivare un immenso universo creazionale sognando di trovar posto in catalogo.
E voi cosa ne pensate dell’arte moderna? Vi è capitato qualche episodio imbarazzante? Parliamone su Optiblog.