Sta facendo molto discutere in queste ore l’esito di una ricerca condotta da Alasdair Allan e Pete Warden, dell’università di Exeter, che hanno concentrato i loro sforzi sul modo in cui gli smartphone di ultima generazione riescono a tracciare i nostri movimenti.
Non tutti, infatti, sono consapevoli che gli iPhone e gli iPad sono in grado di memorizzare una grandissima mole di dati, a proposito dei luoghi che visitiamo, ma anche degli orari associati. Insomma, il famoso modulo 3G potrebbe avere anche dei risvolti negativi per gli utenti, soprattutto per coloro i quali hanno da sempre prestato grande attenzione al concetto di privacy. Il dato diventa ulteriormente significativo se confrontato con la politica di Android, che, invece, chiede sempre il consenso preventivo all’utenza in un frangente simile.
Da Mela10.it