Un paio di buone cuffie o anche un impianto domestico, ma soprattutto chiudere gli occhi e godersi il viaggio. Questo è l’equipaggiamento necessario per mettersi all’ascolto del nuovo album di Max Casacci, seguito ideale – e non per semplice licenza narrativa giornalistica – di Eartphonia. Con questo disco, infatti, Eartphonia giunge al secondo capitolo con il nome di Urban Groovescapes (Eartphonia II), fuori da oggi, venerdì 25 novembre.
Se nella prima parte abbiamo ascoltato i suoni della natura, in Urban Groovescapes possiamo sentire i rumori della città. Natura prima, artificio poi, due mondi diversi che Casacci ci racconta in questa sua continua e febbrile esplorazione. In questo disco parla la città con i suoi corpi, i locali con i loro cocktail e i mezzi di trasporto, il tutto perfettamente campionato per far sì che il mondo urbano diventi ritmo.
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In questo disco Max Casacci non ha suonato alcuno strumento, riabilitando la città dall’opinione comune che la indica come centro di speculazioni, stress e caos a vero e proprio dancefloor capace di reinventarsi continuamente. Ecco le sue parole:
“Quella di Urban Groovescapes è una città che estrae ritmo e colori dagli stimoli della quotidianità, giocando a proiettarli in un immaginario dancefloor. Non lo spazio alienante, grigio e che spesso viene descritto con compiaciuta e persistente estetica del degrado, ma una città che gioca a ripensarsi e che qui, idealmente, danza sui suoni di un groove-set dilatato, ampio, spazioso. Le città diventano come le immaginiamo. E oggi, inevitabilmente, il mondo stesso potrebbe essere ripensato a partire da esse. L’ho detta forse un po’ grossa ma l’ho detta in musica, con quest’album che è un disco, ma vuole anche essere un contenitore aperto, in costante evoluzione, pronto ad arricchirsi”.
Il risultato è nelle 10 tracce, a partire da Anita/Club Edit (A Diva – Monica Bellucci) in cui troviamo la voce dell’attrice, ma ci sono altri lampi di genio: in Groove X-Capes il tappo di un profumo diventa una cassa in quarti, ruolo che in Mixology (A Cocktail Bar) è proprio di un frigo che si chiude.
Tante le città ospitate nel disco, dalla natia Torino a Milano con i loro tram (Messaggio Di Gioia), ma ci sono anche Londra (Gap The Mind) e Firenze (Tramvia T1), oltre alle campane della piazza centrale di Courmayeur (A Mountain City Song).
Questo e altro, nel nuovo album di Max Casacci che è anche un’opera di divulgazione per rivalutare la propria considerazione della città di cui nessuno, probabilmente, ha mai considerato il sottofondo musicale.