E’ un epilogo tricolore quello del campionato mondiale di Moto GP. Trionfa Pecco Bagnaia su Ducati. Il 63 rosso si è messo alle spalle tutti realizzando una meravigliosa accoppiata moto e centauro italiano. Una vera e propria rarità quella confezionata da Pecco Bagnaia capace di rimontare ben 91 punti al suo rivale Quartararo.
Quando ha innestato la marcia giusta, Pecco Bagnaia non ha più avuto rivali in pista. Ha sbaragliato progressivamente la concorrenza vincendo lo scetticismo dei critici che lo ritenevano incapace di poter reggere la pressione nel momento decisivo della competizione. Pecco Bagnaia ha zittito ogni critica in pista conquistando il massimo alloro mondiale del motociclismo sulla scia storica del suo talent scout Valentino Rossi. Pecco Bagnaia è infatti un rampollo dell’Accademia VR46 la scuola piloti voluta da campionissimo di Tavulia per valorizzare i talenti delle due ruote (leggi di più)
Dopo la vittoria della Moto GP, l’impressione generale è che Pecco Bagnaia possa esser in grado di aprire uno strepitoso ciclo vincente in grado di scrivere la storia del motorismo italiano e mondiale. Non sarà facile emulare Valentino Rossi e Giacomo Agostini ( anche lui vincitore del moto mondiale a bordo della mitica MV Augusta) ma di certo negli anni a venire avremo modo di divertirci ed appassionarci.
Per certi aspetti la parabola vincente di Pecco Bagnaia ricorda quella del Napoli di Luciano Spalletti. La trama della storia è diversa: Pecco Bagnaia, dopo un inizio deludente, ha realizzato una rimonta storica con sorpasso finale. Il Napoli di Spalletti è andato praticamente subito in fuga al pronti via seminando gli avversari. Sia Spalletti che Bagnaia hanno saputo, a suon di reti e giri veloci, superare lo scetticismo inziale.
Ma Pecco Bagnaia il traguardo finale l’ha superato. Quello di Spalletti è ancora molto ma molto lontano. Ma il passo gara di Osi e compagni, nonostante i furti subiti da Kvara e Kim, appare irresistibile. L’importante è non perdere la traiettoria giusta durante il letargo mondiale e non disunirsi in vita della bandiera a scacchi.
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