La bellezza salverà il mondo e lo Scudetto del Napoli è la salvezza del calcio italiano. Sarà il campo a stabilire la data esatta dello Scudetto azzurro; ma questo conta ben poco. Il Napoli ha già vinto il campionato. Uno Scudetto meritatissimo in ragione di una supremazia imposta a suon di gioco e di vittorie.
E’ uno Scudetto bello quello del Napoli. Uno Scudetto bello perché pieno di valori positivi: bilanci in ordine, ingaggi congrui, organico giovane, qualità tecnica. Lo Scudetto del Napoli è un capolavoro del presidente De Laurentiis, del direttore Giuntoli, del tecnico Spalletti e di una squadra che ha annichilito le rivali restando in vetta dalla prima all’ultima giornata del torneo.
Dopo più di due decenni lo Scudetto lascia l’asse Torino-Milano. E questo aspetto geografico ed economico rende ancora più brillante lo Scudetto del Napoli. Lo Scudetto del Napoli è una rivoluzione meravigliosa. Un modello di calcio bello, onesto, vincente che dovrebbe esser adottato in Italia, Europa e nel Mondo per restituire credibilità ed amore popolare ad un pallone devastato dallo spezzatino tv, dalle liti continue tra i proprietari, dalla moltiplicazione asfissiante di partite molto spesso inutili.
Napoli è al centro del mondo. Lo Scudetto ha acceso i riflettori su di una nazione che pulsa dai Quartieri Spagnoli al mondo intero. Ed anche la festa è una rivoluzione come quella della Repubblica Partenopea del 1799. Uno Scudetto rivoluzione la cui festa nasce dal basso, tra i vicoli e nei quartieri altolocati. Una spontanea aggregazione di creatività, un abbraccio corale tra mondi e generazioni , spontaneo e non imposto da influencer o brand commerciali. Questo meraviglioso Scudetto è un dono per il calcio e per tutti coloro che amano il calcio anche per chi tifa altri colori. Tutti in piedi passano i Campioni d’Italia
Lo scudetto del Napoli strameritato per tutto quello che si e’ visto sul rettangolo verde e’ un dono gradito ai milioni di tifosi del Napoli,una tifoseria che e’ tra le piu’ corrette in Europa e fanno coreografie da invidia al mondo calcistico..Lo scudetto del Napoli non penso possa diventare la salvezza del calcio italiano..ci sono 3/4lustri di svantaggio se lo rapportiamo al calcio europeo..e non mi addentro a parlare di settori giovanili italiani..vedi infrastrutture etc.. le societa’ anche professionistiche li danno in gestione agli insalatari di turno,per il sottoscritto diventerebbe fin troppo facile parlarne.Risultante di tutto cio’ la nostra nazionale che per la seconda volta non va ai mondiali,quella vittoria dell’europeo mise la polvere sotto il tappeto…ma eccola riapparire.Altro esempio guardate la formazione delle primavere italiane,un occhio in particolare a quella del Lecce:BORBEI MUNOZ PASCALAU HASIC DORGU MCJANNET VULTURAR BERISHA CORFITZEN BURNETE SALOMAA 🤔🤔🤔mah…
Lo scudetto ce lo godiamo tutti ed e’ giusto così..ma per favore non parliamo di riscatto della citta’..i problemi rimarranno senza soluzioni perche’ non c’e’ volonta’ politica e non c’e’ nessuna programmazione delle forze politiche al di la’ dei colori..la caduta della bellezza e’ l’inizio di ogni abiezione ma uno o dieci scudetti non cambieranno questa societa’ italiana fatta di soprusi e di razzismo dilagante finanche nella stessa regione per non dire di pochi chilometri di distanza..il percorso e’ lungo ed articolato..riaddestrare il segnale emotivo viste le lacerazioni in aumento.
L’inibizione dell’ascolto ha portato a tutto questo nella societa’ moderna..noi siamo magister dei nostri ragazzi serve un cambio di rotta,l’onesta’ e’ guardarsi dentro ma sinceramente nei piccoli e grandi gesti..a proposito l’ultimo ad Udine lo avete visto..botte e razzismo..una voce nel video di alcuni pseudo tifosi dell’Udinese esclamava:”I Napoletani tanto son tutti uguali”..eh no miei cari..stillate odio ma non riuscite a prenderci..non vi odiamo..per questo o altre cose cattive che dite..personalmente ho un debole per chi dice quello che pensa e fa quello che dice..meditate bella gente.
L’unica societa’ perfetta e’ quella dei social..come son bravi a mettersi la maschera celando la propria identita’,ma la societa’ vera quella reale ha bisogno di altro nutrimento..nutrirsi di emozioni,crescita ed apprendimento,migliorando la qualita’ delle relazioni interpersonali..lasciate le tastiere al buio delle vostre fredde stanze e relaziontevo con gli sguardi,con gli abbracci e finanche con litigate.
Godiamoci lo scudetto che il big bang della passione e’ qui per una vittoria calcistica meritatissima..ricominciamo da 3..
La mia prima volta al San Paolo fu il 29 marzo 1964: Campionato di serie B, Napoli Alessandria 1-1, Da allora ne ho vista tante, compresi ovviamente i due scudetti e la Coppa Uefa. L’esperienza mi ha insegnato, al di la delle frasi di circostanza di solito ipocrite, che altrove non gioiranno per il questa vittoria. Altrove non gioirono per lo scudetto del Cagliari del 1970 o per quello della Lazio del 2000. Quando parlo di altrove mi riferisco non solo all’asse Milano-Torino ma ad una parte dell’Italia, quella parte che qualche sopravvalutato cantore del giornalismo sportivo, ovviamente lombardo, per decenni convinse che al di sotto di Bologna non si giocava a calcio. Ne è passato di tempo ma le convinzioni, soprattutto quelle più stupide, sono dure a morire. Questo scudetto del Napoli forse sarà celebrato in maniera più sincera oltre confine, dove hanno ammirato e apprezzato la “Banda Spalletti” senza se e senza ma. Da noi durerà poco l’elogio di circostanza. Incombe la semifinale di Champions e ci sono le due milanesi; noblesse oblige, diranno con spocchia lassù ma quaggiù, come diceva Totò, signori si nasce.
“Dopo più di due decenni lo Scudetto lascia l’asse Torino-Milano”. E’ questo un punto fondamentale: se lo scudetto restasse appannaggio solo di alcune squadra, la serie A diventerebbe noiosa e perderebbe di interesse anche per gli sponsor. Non a caso, 20 anni fa si pensò a una distribuzione più equa dei diritti tv tra i club, ma non è stata attuata del tutto. Ora, godiamo tutti insieme per questa vittoria che è di tutti: società, giocatori e tifosi.