Non è facile scrivere una recensione di Spider-Man No Way Home senza spoilerare. Perché il film di Jon Watts, il terzo da lui diretto di questa nuova trilogia con Tom Holland nei panni dell’Uomo Ragno, è uno dei Marvel più ambiziosi di sempre dopo Avengers: Infinity War. E la sua riuscita è dovuta alla surreale spettacolarità e all’effetto nostalgia.
Un’operazione difficile gestire la miriade di personaggi che emergono dall’introduzione del multiverso, dove compaiono nemici di Peter Parker da ogni dove. E là dove pullulano antagonisti c’è anche il rischio di ripetere lo stesso errore di Spider-Man 3 di Sam Raimi. Fortunatamente, No Way Home si salva sul filo del rasoio e riesce a tenere a galla tutti i suoi (vecchi?) personaggi (con un delizioso cameo), seppur con qualche difetto nella sua impresa.
Il Peter Parker di Tom Holland è ancora un adolescente tipico della sua età: innamorato, spensierato, esuberante e non proprio conscio delle sue responsabilità – e badate, questa parola risuonerà spesso durante il film. Come tutti gli adolescenti, Peter commette degli errori senza pensare alle conseguenze, e comunque credendo di far del bene alle persone che ama.
Spider-Man No Way Home inizia esattamente dalla scena post credits di Far From Home, in cui Mysterio aveva svelato al mondo intero l’identità del nostro supereroe, ora diventato il nemico pubblico numero Uno. Per rimediare, e consentire a zia May (Marisa Tomei, che ha un ruolo più ampio nel film), l’amata MJ (Zendaya) e il suo buon amico Ned (Jacob Batalon) di vivere in tranquillità, Peter si rivolge a Doctor Strange (Benedict Cumberbatch) affinché compia un incantesimo riparatore che faccia dimenticare a tutti che lui è Spider-Man.
Qualcosa va ovviamente storto, e si comprende benissimo il desiderio dello Stregone Supremo di voler tirare un pugno al giovane amichevole Spider-Man di quartiere, ancora troppo ingenuo per capire come funziona il mondo. Infatti cominciano ad apparire nemici da ogni universo. Doctor Optopus (Alfred Molina), Goblin (Willem Dafoe), Electro (Jamie Foxx) per citarne alcuni, si scagliano tutti contro il nostro eroe, mai come ora così richiesto.
Spider-Man No Way Home è una rischiosa operazione dettata dal fanservice, che molti apprezzeranno, mentre altri troveranno l’esperienza altamente frustrante – termine giusto da usare perché si ha la sensazione che ci sia del potenziale sprecato in alcuni punti, non proprio chiari per quanto concerne la risoluzione della storia.
Spider-Man No Way Home è il film definitivo che porta all’attesa maturazione di Peter Parker, il quale finalmente, dopo aver giocato col suo costume, comprende cosa significa essere un supereroe, avere grandi poteri e quindi grandi responsabilità.