L’obbligo del servizio militare per i BTS è stato rimandato. I colossi del k-pop hanno rischiato di sospendere l’attività musicale per assolvere gli obblighi dello Stato della Corea del Sud, che fino a questa revisione della legge consistevano nella chiamata alla leva obbligatoria una volta conseguiti i 28 anni di età. Anagraficamente, infatti, i più anziani dei BTS sono Jin e Suga che tra pochi giorni raggiungeranno l’età necessaria. Lo stesso Jin durante un’intervista al Sunday Morning aveva manifestato la sua volontà di rispondere alle leggi del Paese.
Nelle ultime ore, tuttavia, la band è stata dispensata dall’obbligo: il servizio militare per i BTS può attendere altri due anni. La prima proposta era arrivata nel mese di settembre quando Jeon Yong-gi del Partito Democratico sudcoreano aveva suggerito di estendere alla band k-pop la concessione riservata, fino ad oggi, agli artisti di musica classica e agli atleti più importanti del Paese. L’intento, ovviamente, è quello di consentire ai BTS di continuare a lavorare in un momento storico così favorevole alla loro carriera, se consideriamo il successo del singolo Dynamite.
La legge è già diventata nota come “legge salva-BTS” e ha ottenuto un forte consenso da parte della Army, la fanbase degli eroi del k-pop che per i 7 ragazzi di Seul nutre una passione che rasenta la venerazione. Garante della modifica alla legge sul servizio militare è il Ministro della Cultura che ai BTS riconosce il merito di aver dato lustro all’immagine della Corea nel mondo. La legge, tuttavia, non è indirizzata esclusivamente alle superstar di Dynamite ma a tutti gli artisti pop che in questo momento sono sulla cresta dell’onda mainstream.
I ragazzi di Seul, inoltre, sono stati i primi artisti sudcoreani ad aver ricevuto una nomination ai Grammy. Il rinvio del servizio militare per i BTS potrebbe essere un’occasione, qualora rientrasse l’emergenza pandemica, di ritrovarli sul palco.